Idi e San Carlo in vendita
All'asta i gioielli della sanità religiosa

Idi e San Carlo in vendita All'asta i gioielli della sanità religiosa
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 25 Aprile 2014, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 14:27
All’asta il gruppo Idi, un tempo polo di eccellenza della sanit religiosa, travolto da un’inchiesta giudiziaria e dal dissesto finanziario.

Il 2013 per l’Idi-San Carlo arrivò con 1.400 dipendenti disperati che da sei mesi non ricevevano lo stipendio e con gli infermieri degli altri ospedali romani che raccoglievano generi alimentari per aiutarli.



LA STORIA

Da allora molte cose sono cambiate: ora gli stipendi vengono pagati con regolarità nel polo sanitario che fa capo alla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione. L’intervento del cardinale Versaldi e l’avvio della procedura di concordato preventivo con la nomina di tre commissari, grazie anche all’impegno dei lavoratori, hanno riportato in carreggiata un gruppo schiacciato da 650 milioni di debiti e dall’arresto dei vecchi amministratori.

Però, proprio il peso di quell’indebitamento frutto di una gestione sciagurata, ha causato una decisione che andrà a privare la sanità religiosa di alcune storiche strutture: l’Idi (Istituto Dermopatico dell'Immacolata, con sede in via Monti di Creta), il San Carlo di Nancy (l’ospedale sull’Aurelia), Villa Paola (nel Viterbese) e le Rsa (residenze assistenziali) sono stati messi all’asta. I potenziali acquirenti avranno tempo fino al 27 luglio per presentare l'offerta.



IL FUTURO

Fino ad oggi è arrivata una manifestazione di interesse, di un gruppo privato, che vorrebbe acquistare in blocco tutte le strutture. Ma alla fine, ovviamente, prevarrà l’offerta più vantaggiosa e non è escluso che gli ospedali possano essere ceduti a soggetti differenti. Questa ipotesi però preoccupa i sindacati. Spiega Leonida Mazza, segretario della Cgil Funzione pubblica: «Sarebbe importante mantenere l’unità del gruppo, perché in questo modo sarà più semplice salvaguardare i livelli occupazionali. I dipendenti hanno dimostrato grande senso di responsabilità quando, per mesi, hanno lavorato senza ricevere lo stipendio pur di salvaguardare il futuro di queste strutture di eccellenza della sanità romana».

Spiegò a dicembre Massimo Spina, commissario straordinario dell’Idi San Carlo (gli altri due sono Stefania Chiaruttini e Carmela Regina Silvestri), quando presentò il piano al Ministero dello Sviluppo Economico: «Siamo a un bivio: a destra c’è la vendita, a sinistra la prosecuzione del risanamento». Di fronte all’urgenza di dare risposte ai creditori, si è optato per l’asta.



LA PROCURA

L’inchiesta della procura sull’Idi-San Carlo iniziò oltre tre anni fa, quando fu scoperto un sistema fatto di sprechi e ammanchi, al cui vertice c’era padre Franco Decaminada, che era stato incaricato dalla «Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione» di guidare il gruppo. Decaminada è stato arrestato nel 2013, e con lui finirono ai domiciliari anche due imprenditori. Le fiamme gialle sequestrarono beni per 6 milioni di euro, riconducibili in parte a Decaminada.

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