Roma, ictus dopo la dieta, indagato il medico: vittima voleva dimagrire dopo gravidanza

Roma, ictus dopo la dieta, indagato il medico: vittima voleva dimagrire dopo gravidanza
di Adelaide Pierucci
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Sabato 28 Marzo 2015, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 19:44
C'è un indagato per la dieta killer che ha rischiato di uccidere una manager della Luiss Enlabs, colpita da un ictus devastante che l'ha relegata su una sedia a rotelle dopo aver ingerito pillole anoressizzanti a base di fenilpropanolamina. Il procuratore aggiunto Leonardo Frisani e il sostituto Elena Neri hanno iscritto nell'apposito registro il dietologo romano che ha prescritto alla donna - Catia Parenza, 47 anni, corporatura minuta e al momento dei fatti, a settembre, sui 60 chili - una cura a base di fenilpropanolamina, un farmaco psicoattivo della classe delle amfetamine usato per ottenere effetti dimagranti, ma anche in veterinaria per il trattamento dell'incontinenza urinaria dei cani. Al medico viene contestato il reato di lesioni gravissime.

L'iscrizione è stata formalizzata non appena la procura ha acquisito, tramite i Nas, la documentazione medica nel suo studio relativa alla signora Parenza, e il certificato medico a sua firma recuperato in una farmacia dove le pillole sono state confezionate. Del caso ora si sta occupando un perito nominato dalla procura incaricato di stabilire l'eventuale nesso di causalità tra l'ingestione della pillola e l'ictus che ha fatto finire in coma per alcuni giorni la paziente, ora costretta a spostarsi con un deambulatore e a fare i conti con una estrema difficoltà nel parlare, tanto che comunica scrivendo su dei bigliettini.



A casa dei Parenza, un elegante appartamento in via Gregorio VII, non ci sono dubbi al riguardo. «Catia mi ha chiamato - racconta il compagno - mi ha detto: “corri, corri, sto male. Ho ingerito la prima pillola dimagrante e mi sento di morire”». Era il 9 settembre. Quando Marco Penna arriva a casa Catia era già stata portata prima al Santo Spirito e poi al Gemelli, in condizioni disperate. Solo quando la situazione migliora formalizzano la denuncia e consegnano le pillole agli inquirenti.



L'APPELLO La vita della manager, titolare di una immobiliare e impegnata come libera professionista alla Luiss Enlabs, madre di due gemelli di 4 anni, subisce un contraccolpo. Niente più salti tra lavoro casa e figli. Da settimane, mesi, è costretta a trascorrere le giornate tra logopedisti, fisioterapisti, neurologi, tate a tempo pieno e autisti che l'accompagnano, quando necessario, nelle strutture dove la stanno aiutando ad uscire dal tunnel. Dal 9 settembre, da quando ha ingerito quella pasticca, la sua vita è stata prima appesa a un filo, ora tutta in salita.



«Mi manca la parola - scrive - Vorrei chiacchierare con i miei figli, coccolarli, parlare al telefono, ma ho difficoltà. Riesco a pronunciare solo poche parole, e a fatica. Non voglio che ciò che è capitato a me capiti ancora. Mai più pillole. Meglio un chilo in più. Io volevo smaltire i tre o quattro chili accumulati con la gravidanza».



LA PERIZIA «Purtroppo - spiega l'avvocato Massimo Ionà che assiste la manager - è noto che la fenilpropanolamina può avere effetti collaterali, tra cui appunto l'ictus. E anche se in Italia non è inserita nella lista delle sostanze stupefacenti, in America è stata da tempo bandita come prodotto da banco». Intanto una perizia di parte ha stabilito che «l'eccesso ponderale non era di entità tale da essere affrontato con una terapia farmacologica».