Grandinata record a Roma, perché è caduto ghiaccio dal cielo

Grandinata record a Roma, perché è caduto ghiaccio dal cielo
di Valentina Arcovio
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Martedì 23 Ottobre 2018, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 19:25

È come se, nell'arco di una notte, tutto il calore che aveva portato i romani sulle spiagge del litorale si fosse trasformato in ghiaccio. Se ci cadono in testa pezzi di grandine grandi come sassi la colpa la dobbiamo dare al caldo che ci fa sembrare che l'estate si stia prolungando fino alla fine d'ottobre. Così in questa stagione in cui l'aria si rimescola per effetto delle perturbazioni e in cui il caldo si presenta al posto del freddo, per comprendere il fenomeno delle grandinate violente a cui i romani e gli italiani in generale stanno facendo l'abitudine, dobbiamo guardare non tanto a cosa accade alle quote più elevate ma a cosa succede a quelle più basse. È qui, nella prima fascia di atmosfera, quella più prossima al suolo infatti che le tempeste di grandine, flagello degli agricoltori e manna per i carrozzieri, si sviluppano e, se le condizioni lo permettono, diventano delle vere e proprie tempeste, come quella che la sera di domenica si è abbattuta sulla Capitale.

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IL RICERCATORE
«L'ascesa verticale di aria calda e umida - spiega Vincenzo Levizzani, ricercatore dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) - fa sì che il vapore acqueo condensi in goccioline formando la nube. Nel cumulonembo, la nube temporalesca, le correnti ascensionali sono superiori a quella di una nube. La velocità della corrente fa sì che le goccioline e i cristalli di ghiaccio vengano tenuti in sospensione per un tempo sufficiente alla formazione di agglomerati, cioè dei chicchi di grandine». Quando diventano pesanti non vengono più sostenuti dalla corrente e quindi ricadono verso il basso. «Maggiore è la velocità di ascesa verticale di aria calda e umida, maggiori possono essere le dimensioni dei chicchi di grandine», specifica l'esperto. La grandine, quindi, non è nient'altro che una tipologia di precipitazione atmosferica fatta da pezzetti di ghiaccio irregolari, i famosi chicchi. Le dimensioni medie della grandine sono come quelle di un cece o di una nocciolina. Ma se la turbolenza è esasperata possono raggiungere anche dimensioni importanti, fino a 170 mm di diametro. Quelli caduti due giorni fa a Roma non sono da guinness, ma comunque più grandi della media. Il perché questi eventi atmosferici stiano diventando molto più frequenti e intensi del passato è difficile saperlo con certezza.
 


LA COMUNITÀ SCIENTIFICA
Per una buona parte della comunità scientifica le eccezionali grandinate, ma anche le trombe d'aria, come quella che si è abbattuta due giorni fa a Milano, così come anche gli uragani e i cicloni alle nostre latitudini potrebbero avere a che fare con i cambiamenti climatici. «L'Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) il Panel di scienziati che su mandato dell'Onu studiano i cambiamenti climatici, lo dice chiaramente: a causa del riscaldamento globale la frequenza e intensità degli eventi è in aumento ed è destinata a crescere ancora», dice Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma-Cnr (servizio meteorologico della Toscana - Consiglio nazionale delle ricerche). Insomma più grandinate, uragani, trombe d'aria e cicloni rispetto al passato. In Italia, gli scienziati parlano di «tropicalizzazione del clima» per indicare proprio che questi eventi estremi, che generalmente sono molto rari alle nostre latitudini, diventeranno con il tempo la «norma». Su questo però c'è molta prudenza.

I DATI SCIENTIFICI
«Non abbiamo dati scientifici certi se eventi atmosferici intensi, anche come quelli registrati nei giorni scorsi in Italia, siano la conseguenza dei cambiamenti climatici», precisa Levizzani. «Allo stesso modo non possiamo escluderlo - continua - Alcuni studi suggeriscono che ci sia una tendenza all'aumento di eventi intensi». Serate e nottate come quella di domenica scorsa a Roma potrebbero quindi ripetersi più spesso di quanto immaginiamo. «Soprattutto se le temperature tenderanno a essere alte quando non dovrebbero esserle», dice Gozzini. Le immagini spaventose della Capitale travolta dal maltempo che stanno circolando su tutti i siti e che stanno rimbalzando migliaia e migliaia di volte sui social, potrebbero non essere le uniche nel prossimo futuro. Chicchi di grandine grandi come sassi, automobili in trappola nel ghiaccio e nell'acqua, allagamenti di negozi e scantinati, sottopassi allagati e metro fuoriuso potrebbero quindi diventare scene più frequenti di quanto vorremmo. E gli sforzi per tamponare i danni potrebbero non bastare.
 

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