Graffiti sul Tevere, Daverio: «Operazione kitsch»

Graffiti sul Tevere, Daverio: «Operazione kitsch»
di Laura Larcan
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Giovedì 9 Gennaio 2014, 08:10
Philippe Daverio critico d’arte e famoso divulgatore culturale. Più di novanta grandi figure, alte fino a nove metri, sfileranno sul muraglione del Lungotevere create attraverso la pulitura selettiva della patina di smog accumulata sulla superficie. Che ne pensa?



«Oddio, mi sembra un’operazione di un kitsch terribile. Io sono un sostenitore della patina, ma di qualità. È come se qualcuno venisse da me e mi proponesse di ripulire un antico sofà, mantenendo la sporcizia ovunque tranne alcuni punti in cui metterebbe delle margherite. Ma per i muraglioni del Lungotevere c’è bisogno di altro. O si prende la decisione di pulire la parte lapidea tra un anno, e nel frattempo si interviene con un evento artistico, o se è un’operazione che si conclude in se’ così, non ne capisco il senso».



L’opera è destinata a una progressiva scomparsa, perché col tempo gli strati di smog torneranno ad accumularsi sui muraglioni.

«Le lapidi ritorneranno a se stesse, pulite parzialmente, con l’impronta lasciata dall’artista. Qual è l’esigenza. Qui parliamo di un bene pubblico che ha bisogno urgente di un progetto complessivo di pulizia seria. Che non mi sembra questo. Cosa rimarrà del giocattolo quando il circo se ne sarà andato. Il momento creativo, ludico, gioioso va bene, ma poi passa, e lo sporco rimane. L’arte pubblica che coinvolge un patrimonio collettivo deve essere affrontata coi piedi di piombo».



Insomma, è scettico...

«Mi scusi l’atteggiamento conservatore, ma non siamo abituati, politicamente intendo, a condurre operazioni a termine. Chissà, non è detto che per una volta non ci si riesca. Ma le cose vanno fatte con attenzione, soprattutto sul Lungotevere».

Laura Larcan
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