Giuliano Gemma, l'ultimo saluto: da Roma l'addio Gringo»

Giuliano Gemma, l'ultimo saluto: da Roma l'addio Gringo»
di Federica Ricca
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Lunedì 7 Ottobre 2013, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 09:17

Dal leggio della chiesa di Piazza del Popolo, la moglie lo saluta dicendo ciao amore mio. Si sono svolti oggi i funerali dell’attore Giuliano Gemma, per tutti il re del western italiano. Ma dai ricordi dei tanti arrivati a dargli l’ultimo saluto, traspare il suo essere uomo «gentile, attento, ironico», come lo ricorda Walter Veltroni.

La Chiesa di S.Maria dei Miracoli è gremita di parenti, amici, fan, volti noti del mondo del cinema e della politica, più di 250 persone giunte a Piazza del Popolo per pregare e rendere omaggio a Giuliano Gemma.

Un signore, una persona perbene, dalle origini umili e che nonostante i suoi grandi successi, ha sempre saputo rimanere umile. Cosi lo descrivono tutti quelli che con lui hanno lavorato e vissuto.

Gemma ha recitato in più di 100 film, lavorando con i più grandi del tempo, da Luchino Visconti a Duccio Tessari, diventando uno dei principali rappresentanti di quel genere cinematografico ribattezzato “spaghetti western”.

Un ricordo particolare è quello dell’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, che racconta quanto fosse emozionato l’attore quando mostrò la sua scultura del “maratoneta”, dedicata alla maratona della Capitale del 1999.

Gemma, infatti, era anche un amante dell’arte e proprio in questi giorni stava allestendo una mostra.

Mercoledì scorso è morto a 75 anni dopo un incidente stradale a Cerveteri, avvenuto con dinamiche ancora da accertare. Già alla camera ardente di ieri in Campidoglio molti volti noti del mondo del cinema e tanti suoi ammiratori lo avevano voluto salutare.

«E’ stato un grande padre. Un esempio per me»: sono le parole pronunciate dalla figlia di Gemma nella chiesa di Santa Maria dei miracoli.

In tanti oggi lo ricordano per la sua interpretazione di Ringo in diversi film passati poi alla storia del cinema italiano. E sono proprio le note di quei film, composte da Ennio Morricone, a salutare la salma all’uscita della chiesa. Dietro di lui la seconda moglie Baba Richerme e le due figlie, Vera e Giuliana, entrambe alle prese in questi mesi proprio con un film a lui dedicato.

Tra i tanti amici, anche il collega Nino Benvenuti: «Il ricordo più bello di Giuliano è tutto nel suo sorriso. Per me resterà un fratello». Una folla di gente a cui bisogna aggiungere le oltre duecento persone che, grazie a maxi altoparlanti, hanno potuto seguire la Santa Messa anche dalla piazza, non trovando più posto all'interno della Chiesa. Roma amava Gemma e piange la sua scomparsa: «Addio Gringo, il rione Testaccio ti saluta», si legge su un cuscino di fiori.

Lunga e sentita l'omelia di Don Walter, sacerdote della Chiesa degli Artisti: «Ci prepariamo al distacco ma non abbiamo la tentazione di pensare che Giuliano non esista più, la sua anima continua a vivere».Lo ha descritto come «un uomo dal temperamento ironico, sensibile, con uno sguardo e un cuore puro, non era molto praticante ma credeva fortemente nell'esistenza di Dio. Il suo cane Puk è disperato, sembra non darsi pace. Amava la scultura, stava allestendo una mostra e amava molto Papa Francesco perche è un richiamo per le

persone e la Chiesa per vivere in modo semplice. Ricordiamo la sua umanità e generosità, di un uomo che non aveva capricci da divo, non si sentiva una star ma era una persona che ha donato tanto amore. Giuliano Gemma lascia il palcoscenico di questo mondo per entrare nella vita eterna».

A dare l'ultimo saluto a Giuliano Gemma, tra gli altri:

l'assessore capitolino Flavia Barca, con la fascia tricolore in rappresentanza del sindaco Marino, Alessandro Cochi, ex assessore allo sport della Giunta Alemanno, gli attori Franco Nero, Fabio Testi, Leopoldo Mastelloni, Philip Leroy e il collega Bud Spencer, Fabrizio Frizzi, Alessio Boni, Silvia D'Amico, l'ex pugile Nino Benvenuti. Al termine della celebrazione, il regista Giuliano Montaldo ha dedicato a Gemma la «preghiera degli artisti».

Tra gli applausi, la seconda moglie, Baba ha letto una poesia scritta dall'attore e le due figlie, avute

dalla prima moglie Natalia morta di tumore, hanno dedicato un pensiero al loro papà: «sarebbe stato contento di vedere tutte queste persone che gli volevano bene - ha detto Vera - Era un uomo vero ma non si e mai sentito più importante di nessuno, neanche nei momenti di più grande successo, ci ha dato una lezione di umiltà». «Per me è stato un grande padre e lo ringrazierò sempre - ha aggiunto Giuliana tra le lacrime - Grazie papà».

All'uscita dalla Chiesa, sono stati allestiti due banchetti con i libri per le firme e due cornici digitali in cui scorrono le foto della vita e della carriera di Giuliano Gemma. L'uscita del feretro è stata accompagnata dalle note della colonne sonore di Una pistola per Ringo.

Ieri la camera ardente in Campidoglio. Ad accogliere la salma di Giuliano Gemma il sindaco di Roma, Ignazio Marino, l'assessore capitolino alla Cultura, Flavia Barca, insieme alla moglie dell'attore, la giornalista Baba Richerme, e alle figlie Vera e Giuliana. Nella sala della Protomoteca è stato esposto un manifesto con una foto dell'attore in bianco e nero e su uno schermo sono stati

proiettati manifesti e film: da «Il Gattopardo» a «Il ritorno di Ringo» a «Delitto d'amore» a «Il deserto dei tartari».

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