Gianicolo, mamma di Carlo Macro: «Procura non archivi inchiesta su roulotte, mio figlio è stato vittima di un sistema di condizioni illegali»

Gianicolo, mamma di Carlo Macro: «Procura non archivi inchiesta su roulotte, mio figlio è stato vittima di un sistema di condizioni illegali»
di Elena Panarella
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Giovedì 16 Aprile 2015, 22:59 - Ultimo aggiornamento: 23:15
«No all'archiviazione dell'inchiesta sulle roulotte abusive al Gianicolo». A chiederlo,insieme alla mamma di Carlo Macro, il giovane rimasto ucciso al termine di una lite scoppiata per futili motivi in via Garibaldi a febbraio dello scorso anno, ci sono il consigliere regionale Fabrizio Santori e il consigliere del XII municipio, Marco Giudici. Per questo ieri hanno organizzato un incontro per rendere pubblica «una situazione di illegalità che va avanti da anni a scapito dei cittadini, e che ha avuto, purtroppo, conseguenze tragiche con l'omicidio di Carlo Macro ad opera di un clochard indiano». «Mi meraviglia che in un periodo come questo, in cui si parla tanto di legalità - spiega Giuliana Bramonti, la mamma di Carlo - la Procura abbia ritenuto di archiviare ogni procedimento finalizzato a ristabilirla, laddove con molta evidenza la legalità non c'è più». E aggiunge: «Mio figlio è stato vittima di un sistema di condizioni illegali, e ancora prima è stato vittima di chi ha tollerato tali condizioni, ignorando il doveroso rispetto della legge e dei regolarmenti, magari in nome di una malintesa solidarietà sociale o carità cristiana. Ecco perché la procura deve continuare ad indagare sulle responsabilità di chi consente tali condizioni illegali, e di associazioni di volontariato, che gettano persone bisognose di assistenza nella città in abitazioni di fortuna come le roulette».



«La vicenda inizia diversi anni fa, quando sul territorio hanno cominciato a comparire sempre più roulotte – spiega Santori - messe a disposizione da associazioni di volontariato a persone indigenti, in maggioranza stranieri, che hanno contribuito a creare una situazione di illegalità diffusa sul territorio per il fatto che quei mezzi non potevano restare lì, oltre al fatto che fra coloro che vivevano nelle roulotte, molti erano soggetti con diversi precedenti penali». «Immediatamente dopo l'omicidio di Carlo Macro - continua Santori - abbiamo presentato un esposto alla procura che ha aperto un inchiesta su 15 individui con le accuse di abusivismo edilizio e di deturpamento del territorio. Lo scorso 30 marzo, è stata notificata la richiesta di archiviazione dell'inchiesta da parte del nuovo procuratore, richiesta alla quale ci siamo immediatamente opposti presentando un'opposizione al Gip che sarà discussa a breve». È il consigliere Marco Giudici a parlare delle motivazioni dell'opposizione, fra queste anche il fatto che l'indagine, in oltre un anno, «ha portato a dei risultati concreti e a scoprire qual era il sistema roulotte».



«Contestiamo le motivazioni della richiesta di archiviazione dell'indagine da parte della procura che ci dice che quei manufatti hanno carattere temporaneo, mentre alcuni erano, per ammissione degli stessi occupanti, decisamente permanenti – spiega Giudici - Inoltre, non sono stati rimossi alcuni mezzi che, anche se provvisti di numero di telaio, targa e assicurazione, presentano comunque carattere di abitazioni e quindi rientrano nell'ambito dell'abusivismo edilizio». «Chiediamo che la procura non archivi un indagine che ha fin qui portato a risultati positivi, e che venga fatta luce sul meccanismo delle roulotte indagando su quello che è successo in passato - aggiunge Santori - Questo per permetterci di guardare al futuro pensando alla sicurezza dei cittadini».
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