Intolleranza e insulti contro il Gay Village, l'altra faccia del mondo 2.0

Intolleranza e insulti contro il Gay Village, l'altra faccia del mondo 2.0
di Maria Lombardi
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Martedì 17 Giugno 2014, 19:21 - Ultimo aggiornamento: 19:22
Chi se stesso ha gi vinto. Chi insulta ha gi perso senza nemmeno essersi messo in gioco.

E non meriterebbe neanche l’onore della replica o una parola di biasimo - significherebbe in qualche modo riconoscergli la dignità di interlocutore e non ce l’ha avendo già negato ogni possibile dialogo - se non fosse che sono troppi a insultare.



Ecco allora che qualcosa va detto, non è una parolaccia ma sono tante e segnalano una terrificante deriva. Accade questo: sulla pagina Facebook del Messaggero compare un articolo sul programma del Gay Village. Si annunciano gli appuntamenti e le serate, si accenna al bambino down rifiutato dal centro sportivo a cui è dedicata la conferenza stampa, si rilancia lo slogan dell’evento, «Chi è se stesso ha vinto».



I commenti che seguono si commentano da soli. «Patetici esibizionisti contronatura», solo per citare quelli senza parole irripetibili, «fateli a porte chiuse senza elargire attraverso i media il vostro mondo», «che esibizionisti che sono quanto li odio», «Io non sono se stesso», e così via.



È brutto ripetere questa sequela di idiozie ma è giusto perché aiuta a capire tante cose. Troppi usano i social per offendere e approfittano dell’immensa platea per spargere odio. Niente di nuovo, non si parla d’altro e le vittime non si contano più. È il lato oscuro del web, l’altra faccia del mondo 2.0. Non c’è niente da fare, bisogna accettarlo con tutto il resto e con infinita tristezza. Sperando però che siano altrettanti quelli che rispondono e altrettanto numerosi i commenti in senso contrario.



Al momento se ne vedono pochi. Riportare gli insulti aiuta anche a capire che l’omofobia è come lo smog, veleno sciolto nell’aria, è ovunque e non si vede, una cappa irrespirabile d’intolleranza. L’omofobia è quel pensiero che non fa vedere altro che nemici. L’altro è nemico, non lo sono soltanto i gay. Essere se stessi non è una sfida da tutti, chi ci riesce ha imparato il rispetto e lo pratica, anche nei social. Ha vinto. Chi senza rispetto offende e spara con le parole è molto lontano da questo traguardo, troppo lontano. Forse non ci arriverà mai e continuerà a vivere nell’ignoranza di se stesso.
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