Gabbiano ferito sulla spiaggia di Ostia, i bagnanti si mobilitano per salvarlo

Gabbiano ferito sulla spiaggia di Ostia, i bagnanti si mobilitano per salvarlo
di Alessia Marani
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Venerdì 7 Agosto 2015, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 16:13

Ferito, tremante, spaurito. A malapena è riuscito ad appoggiare le zampette sul bagnasciuga del lido “La Spiaggia” sul lungomare Vespucci di Ostia.

Inerme. Non è passato inosservato ai bagnanti stesi sui lettini a prendere il sole o in acqua alla ricerca di un po’ di refrigerio dal gran caldo. E subito, intorno a lui, s’è fatto un capannello di gente. «Quel gabbiano non riusciva a muoversi, era immobile sulla sabbia. Ci siamo avvicinate e ci siamo rese conto che forse aveva un’ala ferita e le sue piume bianche erano tutte annerite», raccontano Francesca e Arianna, un’avvocato e un’insegnante di Monterotondo che hanno dato l’allarme. «Ci siamo informate attraverso internet e abbiamo chiamato la Lipu di Ostia», aggiungono. «All’inizio ci avevano detto di provare a sistemarlo noi in uno scatolone, ma dopo si sono resi conto che era meglio venire subito sul posto», dicono le ragazze.

È l’ora di pranzo, dall’oasi Lipu dell’Idroscalo, alle spalle del Porto, a una decina di chilometri di distanza, Alessandro Polinori, fondatore della sezione locale della Lega italiana protezione uccelli, si mette in macchina e raggiunge lo stabilimento. «Stiamo recuperando decinde di animali selvatici in difficoltà in questi giorni - spiega - facciamo opera di primo soccorso e poi li consegnamo al Crfs Lipu di Roma».

Ad accoglierlo un gruppo di bambini che corre verso di lui e lo porta sulla battigia dov’è il gabbiano.

Polinori lo prende con cura tra le mani, lo ripone in uno scatolone. La diagnosi è immediata: «È intossicato. Succede spesso, i gabbiani da bravi uccelli spazzini mangiano spesso anche rifiuti, fino a rimanere intossicati. La prima cosa è farlo riprendere e sostanzialmente “depurare” dall'intossicazione, per poi riprendere a mangiare regolarmente. I sintomi dell’intossicazione sono debolezza, impossibilità di sorreggersi sulle zampe e feci verdi. A volte rimangono anche intossicati a causa di fertilizzanti utilizzati in campagna».

Per casi di emergenza il riferimento è sempre il CRFS Lipu Roma, tutti i giorni dalle 9.30 alle 17.30 al numero 06/3201912. «Ma il recupero degli animali sul posto - aggiunge Polinori - non può essere sempre possibile, dipende dalla disponibilità dei volontari».

Ieri l’oasi di Ostia ha accolto, oltre al gabbiano, anche un pipistrello, un tarabusino (un piccolo airone), due piccioni, un verdone, un altro gabbiano e una rondine, tutti animali che poi saranno trasferiti e curati nel centro di Roma.

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