Roma, Fuksas nei guai per la Nuvola: «Deve restituire 1,7 milioni»

Roma, Fuksas nei guai per la Nuvola: «Deve restituire 1,7 milioni»
di Michela Allegri
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Sabato 11 Novembre 2017, 08:02
Quella parcella spropositata ed eccessiva per la realizzazione della Nuvola, il Nuovo centro congressi sulla Colombo, costa all'architetto Massimiliano Fuksas una citazione in giudizio a sei zeri. Inaugurata in pompa magna nell'ottobre del 2016 dopo ben 18 anni di lavori e progetti, tra costi lievitati e interventi inseriti in corso d'opera, la Nuvola è finita nel mirino della Corte dei conti. E la conclusione dei magistrati è categorica: Fuksas è stato strapagato e ora è finito sotto processo. La procura, escludendo gli anni coperti dalla prescrizione, ha calcolato un danno erariale pari a 3,5 milioni di euro, che corrisponde ai compensi non dovuti intascati dall'architetto e pagati con denaro pubblico.

Fuksas è chiamato a restituire la cifra al 50 per cento: i magistrati gli chiedono indietro 1,7 milioni. La parte restante del danno, viene contestata in solido ai vertici di Eur Spa, tra amministratori e componenti del consiglio di amministrazione, che si sono succeduti dal 2010 al 2012 e che hanno permesso all'architetto di assumere un doppio incarico, con relativo doppio compenso ingiustificato. Fuksas, infatti, era stato ingaggiato, oltre che come direttore dei lavori, anche come direttore artistico. Due ruoli sovrapponibili, per i magistrati contabili. Senza contare il fatto che il secondo non sarebbe nemmeno previsto dalla normativa.

DOPPIO INCARICO
L'architetto, che aveva la responsabilità definitiva ed esecutiva del progetto, era anche l'ideatore del Centro congressi. Ma, proprio in qualità di direttore dei lavori, avrebbe incaricato la direzione artistica - cioè se stesso - di curare alcuni interventi formali, dal colore della pavimentazione al tipo di tessuto da utilizzare per il rivestimento esterno della Nuvola. Negli atti della procura si legge che sono state affidate al direttore artistico «illecitamente» scelte di «dettaglio» che, in realtà, erano «di competenza dell'autore del progetto esecutivo». Fuksas, invece di definire in sede preliminare anche questi particolari secondari, «ha rinviato le proprie scelte alla - soltanto formalmente - diversa sede della direzione artistica in corso d'opera - e quindi a se medesimo - sebbene l'incarico originariamente ricevuto prevedesse la definizione di ogni dettaglio già in sede di progettazione esecutiva». La cura degli aspetti estetici, per il pm, «rientrava in ogni caso nella sfera di interesse del professionista incaricato, anche in forza del riconoscimento in capo allo stesso Fuksas, ideatore dell'opera, del diritto esclusivo di rivendicarne la paternità».

SCELTA INGIUSTIFICATA
La scelta in questione sarebbe totalmente ingiustificata, per la procura, che definisce questo sdoppiamento di ruoli «illecito a monte» per l'inesistenza «di una specifica previsione di legge» e «in quanto l'intero ciclo della progettazione è stato eseguito da un soggetto che già possedeva altissime competenze specialistiche e indubbie capacità di valutazione artistica». Per i pm, tutto ciò si è tradotto in «una duplicazione di attività e, dunque, di corrispettivi, a carico delle pubbliche finanze». Non è tutto. Anche se l'incarico fosse stato regolare, i compensi ottenuti da Fuksas come direttore artistico sarebbero comunque «non congrui» in rapporto alle prestazioni fornite.

I contratti finiti nel mirino della procura contabile, da cui emerge la figura del direttore artistico, sono tre. Il primo risale al maggio 2008 e prevede un compenso di 1,8 milioni. Con la seconda convenzione, datata settembre 2010, la parcella extra sale a 2 milioni. La terza stipula è del dicembre 2012, e prevede altri 611mila euro. Per i pm emergono «sovrapposizioni di compensi e periodi contrattuali». Per la procura, sottoscrivendo i contratti, Fuksas avrebbe «beneficiato dell'incarico illegittimamente attribuito». E i vertici di Eur spa, approvando l'attribuzione e i prolungamenti degli incarichi, gli avrebbero permesso di ottenere compensi non dovuti.
 
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