La polizia ha agito in modo fulmineo riuscendo così a bloccare due ragazzi che sono considerati fra gli autori del raid. I fermati non avrebbero detto nulla: addirittura avrebbero negato di avere partecipato all'aggressione. Ma ci sarebbero diversi testimoni oculari e anche immagini di telecamere che proverebbero in modo certo il loro coinvolgimento. Mancherebbero all'appello almeno altri due giovani. Uno potrebbe avere le ore contate. Una turista ha avuto il sangue freddo di riprendere una parte della scena fotografando il ricercato.
Il gruppo ha usato un piccone. Con l'arnese ha colpito più volte la vetrina della frutteria. «Ho avuto davvero tanta paura - ha raccontato il fratello del ferito agli investigatori - sembravano bestie. Prima sono entrati nella frutteria ed hanno iniziato a fare cadere la roba dagli scaffali. Una cosa che accade ogni tanto: quando qualcuno vuole rubare una bottiglia di vino. Ma loro non si sono fermati.
Hanno preso a picconate la vetrina e poi hanno colpito al volto mio fratello. La paura è stata tanta». Sul posto, sabato sera, è intervenuta una squadra della polizia scientifica. Gli agenti in tuta bianca hanno fatto un sopralluogo che è durato ore, raccogliendo ogni traccia utile all'inchiesta. La notizia dell'aggressione ha sconvolto il quartiere. Ieri mattina, il parroco della chiesa San Giovanni Battista De Rossi, nella sua omelia, ha parlato a lungo dell'episodio dei due fratelli bengalesi, esprimendo loro la massima solidarietà. Anche i residenti hanno aiutato i fruttivendoli portandogli delle cose da mangiare ed istituendo una colletta. L'assalto alla frutteria non ha precedenti per la furia degli aggressori. In passato si sono verificati altri assalti a negozi di bengalesi, soprattutto in zona Torpignattara, con lanci di uova da parte di ragazzi, ma mai era stata esercitata tanta violenza come è accaduto sabato sera all'Alberone.
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