Cassia, dopo la frana negozianti in crisi
«Siamo isolati, incassi a picco»

Cassia, dopo la frana negozianti in crisi «Siamo isolati, incassi a picco»
di Camilla Mozzetti
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Domenica 30 Marzo 2014, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 12:17

Ci sono finiti nel mezzo e non poteva essere altrimenti. I commercianti di Roma Nord stanno implodendo, sotto lo stallo per il ripristino della viabilit sulla Cassia.

Da quando a fine gennaio il maltempo ha fatto venir giù una parte consistente di terreno su via Cassia Antica, bloccando il transito e la viabilità in una via nevralgica di Roma che collega piazza dei Giuochi Delfici a via Cortina d'Ampezzo.

Un disastro ambientale che si sta trasformando in un disastro economico. I guadagni per gli oltre sessanta negozianti della zona - da quelli in piazza Stefano Jacini a quelli in via di Vigna Stelluti - solo a fine febbraio, dopo quasi un mese dallo smottamento, sono crollati, secondo l'Assocommercio Roma Nord, del 40%. E questo perché la zona è, nei fatti, irraggiungibile.

Non solo, il rischio secondo l'associazione è anche un altro: a valle del contenzioso aperto per la copertura economica dei lavori tra il Comune e i residenti proprietari del terreno franato, la viabilità su via Cassia potrebbe restar ferma ancora per chissà quanto e molti negozi «non riusciranno a sopportare per oltre due mesi una situazione del genere», afferma Giovanna Marchese Bellaroto, presidente di Assocommercio. «Un intero quartiere - prosegue - non si muove più, neanche per andare a fare la spesa, è come se avessero innalzato il secondo muro di Berlino».

LA DISPUTA

Per risanare la collina che sovrasta via Cassia, i tecnici del dipartimento Lavori Pubblici di Roma Capitale, hanno stimato, oltre a due mesi di tempo per la messa in sicurezza dell'area, anche una spesa ingente: ben un milione e 300mila euro. Una cifra che, stando alla legge, dovrebbe esser coperta dai quei privati proprietari dei terreni franati.

Ed è questo il nodo. Uno dei tre privati, Fiammetta Pace, ha, infatti, impugnato di fronte al Tribunale amministrativo l'ordinanza del sindaco dello scorso febbraio, contestando l'entità economica destinata ai lavori. Il Tar si pronuncerà il prossimo due aprile. Se l'ordinanza impugnata dalla Pace, che nel frattempo ha presentato un progetto di riqualificazione alternativo per un costo di soli 300mila euro, dovesse essere accolta, i lavori tarderanno ancora.

L'ALTERNATIVA

L'Assocommercio, a nome di quei negozianti che rischiano il default, ha chiesto sia al municipio XV che al Campidoglio, appellandosi a sua volta al Tar lo scorso 24 marzo, la possibilità di riaprire nel frattempo almeno un senso di marcia, permettendo alla zona di uscire dall'isolamento. Ma quest'ipotesi stando alle parole dell'assessore ai Lavori pubblici del municipio, Elisa Paris, «è impraticabile». «Le analisi compiute dai tecnici del Dipartimento - spiega la Paris - escludono la possibilità di una riapertura del tratto di strada anche se ridotto, perché alla minima pioggia potrebbe verificarsi un nuovo smottamento».

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