Fondi Regione Lazio, nel mirino fatture e cellulari

Fondi Regione Lazio, nel mirino fatture e cellulari
di Mario Bergamini
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Domenica 1 Dicembre 2013, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 12:28
Un indagato per falso e peculato, Mario Perilli, ex tesoriere del Pd alla Regione Lazio, e altri tredici denunciati, che saranno ufficialmente iscritti nei prossimi giorni sul registro della procura di Rieti. Nell’elenco ci sono anche l’ex capogruppo regionale e attuale sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, l’ex consigliere regionale di Viterbo, Giuseppe Parroncini e l’attuale capo della segreteria del sindaco di Roma, Enzo Foschi, già consigliere regionale del Pd. Poi imprenditori e commercianti, accusati a vario titolo di aver gonfiato le fatture trasformate in rimborsi esentasse. Bastava presentare un’autocertificazione che attestasse l’impiego dei fondi per il mantenimento del rapporto tra eletto ed elettori. Il conto, alla fine, è stato superiore ai due milioni di euro, soldi saldati dal gruppo regionale Pd nell’anno domini 2011, sotto l’era della governatrice Renata Polverini.



GLI ACCERTAMENTI

L’inchiesta, coordinata dal procuratore Giuseppe Saieva, è nata dall’articolo articolo-denuncia firmata su un blog locale dell’avvocato reatino Gianfranco Paris, è solo all’inizio. «Al momento abbiamo riscontri precisi sul 10 per cento del materiale a nostra disposizione. Di lavoro da fare ne abbiamo ancora moltissimo», spiega un militare del nucleo di polizia Tributaria della Finanza di Rieti. I militari, guirdati dal colonnello Cosimo D’Elia, stanno suddividendo spese e rimborsi del gruppo Pd alla Regione Lazio per aree provinciali. E hanno già trasferito parte degli accertamenti ai nuclei di Roma, Latina, Frosinone e Viterbo. L’ultima visita delle fiamme gialle negli uffici della Regione è della scorsa settimana: i militari volevano accertare se Ipad e cellulari, acquistati con i soldi pubblici, fossero stati restituiti dai consiglieri non rieletti.



I SOSPETTI

Finora tra le anomalie rilevate dalla procura, c’è un conto di 5mila euro per un pranzo di Natale al centro anziani di Fara Sabina, poco più di 10mila abitanti, feudo del tesoriere Pd Mario Perilli. Poi i 700 mila euro speri per «stampa e manifesti». Di fatto, sostiene Perilli, in quella somma «ci sono anche le spese per i collaboratori (622mila euro) e quelle per il noleggio di auto (65mila euro). Tutto messo in rete sul sito del partito» (subito dopo l’esplosione del caso Fiorito). Le indagini mirano adesso ad accertare l’attinenza tra il rimborso richiesto, la fattura portata al pagamento e l’attività politica svolta. L’organizzazione di un comizio può essere discutibile sul piano politico, ma dal punto di vista penale non ha alcun rilievo. Caso diverso se si trovano ricevute che fanno riferimento a vacanze, al diamante per un’amica o a una cena con troppi zeri. E di anomalie, nel materiale fin ora esaminato, ce ne sarebbero tante.
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