GLI ACCERTAMENTI
L’inchiesta, coordinata dal procuratore Giuseppe Saieva, è nata dall’articolo articolo-denuncia firmata su un blog locale dell’avvocato reatino Gianfranco Paris, è solo all’inizio. «Al momento abbiamo riscontri precisi sul 10 per cento del materiale a nostra disposizione. Di lavoro da fare ne abbiamo ancora moltissimo», spiega un militare del nucleo di polizia Tributaria della Finanza di Rieti. I militari, guirdati dal colonnello Cosimo D’Elia, stanno suddividendo spese e rimborsi del gruppo Pd alla Regione Lazio per aree provinciali. E hanno già trasferito parte degli accertamenti ai nuclei di Roma, Latina, Frosinone e Viterbo. L’ultima visita delle fiamme gialle negli uffici della Regione è della scorsa settimana: i militari volevano accertare se Ipad e cellulari, acquistati con i soldi pubblici, fossero stati restituiti dai consiglieri non rieletti.
I SOSPETTI
Finora tra le anomalie rilevate dalla procura, c’è un conto di 5mila euro per un pranzo di Natale al centro anziani di Fara Sabina, poco più di 10mila abitanti, feudo del tesoriere Pd Mario Perilli. Poi i 700 mila euro speri per «stampa e manifesti». Di fatto, sostiene Perilli, in quella somma «ci sono anche le spese per i collaboratori (622mila euro) e quelle per il noleggio di auto (65mila euro). Tutto messo in rete sul sito del partito» (subito dopo l’esplosione del caso Fiorito). Le indagini mirano adesso ad accertare l’attinenza tra il rimborso richiesto, la fattura portata al pagamento e l’attività politica svolta. L’organizzazione di un comizio può essere discutibile sul piano politico, ma dal punto di vista penale non ha alcun rilievo. Caso diverso se si trovano ricevute che fanno riferimento a vacanze, al diamante per un’amica o a una cena con troppi zeri. E di anomalie, nel materiale fin ora esaminato, ce ne sarebbero tante.
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