«Al Pertini scambiati i nostri embrioni». L'ospedale: tutto falso, li denunceremo

«Al Pertini scambiati i nostri embrioni». L'ospedale: tutto falso, li denunceremo
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 19 Giugno 2014, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 22:46
La storia comincia al mattino, quando su un sito compare una toccante intervista di un uomo di 47 anni che denuncia: mia moglie e io siamo stati vittima di un caso di scambio di embrioni all’ospedale Sandro Pertini di Roma, dall’amniocentesi risulta che il Dna della bimba che nascerà non è compatibile con quello di mia moglie. Segue richiesta danni di un milione di euro. La storia termina con un comunicato ufficiale dell’ospedale Sandro Pertini che afferma: è un falso, presenteremo denuncia per procurato allarme. Anche in questo caso segue richiesta di risarcimento danni. Scuote la testa Vitaliano De Salazar, direttore generale dell’Asl Roma B, da cui dipende il Pertini: «Ci sono tutti gli elementi che fanno pensare a una bufala». Andiamo per ordine. Il sito di affaritaliani pubblica l’intervista del futuro padre e anche una copia del referto dell’amniocentesi, con il logo dell’ospedale San Camillo Forlanini. Assiste la coppia l’Agitalia, che si presenta come «associazione per la giustizia». Il Messaggero invia una mail all’associazione, che mette a disposizione il numero dell’uomo, si chiama Giacomo Gentili (la moglie Maria Ingrassia, 43 anni.



IL RACCONTO

Lui al telefono racconta: «Io sono marchigiano, sono funzionario delle Poste, ho vissuto anche a Napoli, ora abito a Roma. Con mia moglie per anni abbiamo cercato un figlio e a dicembre siamo andati al Pertini per un ciclo di fecondazione assistita. Mia moglie è rimasta incinta. Ma, dopo essersi sottoposta ad amniocentesi di controllo, abbiamo scoperto che il profilo genetico del feto non è compatibile né con quello materno né con quello paterno. Terremo la bambina, è nostra figlia. Forse le racconteremo la verità quando sarà grande». Al Sandro Pertini c’è un brutto precedente: ad aprile fu scoperto un caso di scambio di embrioni, una donna aspettava dei gemelli non suoi, ci fu l’ispezione dei Nas, fu aperta un’inchiesta giudiziaria. «Anche per questo - dice l’uomo - abbiamo deciso di fare delle verifiche. E abbiamo avuto la brutta sorpresa». Mentre alla Regione Lazio (da cui dipende la sanità) e all’Asl Roma B verificano la storia, a metà pomeriggio il primo colpo di scena. La responsabile del laboratorio analisi del San Camillo non ha dubbi: il referto è falso.



DUBBI

Dice la dottoressa Paola Grammatico, direttore del Laboratorio di genetica medica dell’ospedale San Camillo Forlanini: «Molti elementi non tornano: non usiamo da tempo quel tipo di carta intestata, i codici non corrispondono, la data dell’11 maggio non è credibile perché era domenica, anche la conclusione non sta in piedi scientificamente. Secondo me hanno preso un vecchio referto e l’hanno modificato in modo grossolano». Nuova telefonata a Giacomo Gentili che cade dalle nuvole: «Non so perché dicano questo, forse vogliono coprire il Pertini». Con il Tg1 parla la moglie Maria che conferma la storia. Però, quando aumenta l’onda delle smentite, sia la coppia, sia il loro avvocato diventano irraggiungibili. Forse hanno preferito restare un po’ in pace, dopo avere trascorso il pomeriggio a parlare con i giornalisti. In serata dal Pertini mettono nero su bianco: «Non è stata effettuata alcuna amniocentesi l’11 maggio (peraltro domenica); dal registro della sala operatoria della procreazione medicalmente assistita dell'ospedale non esiste nessun nominativo corrispondente ai denuncianti. L'ospedale continuerà i suoi approfondimenti ma è pronto a rivalersi nelle sedi istituzionalmente competenti nei confronti degli autori del procurato allarme». Ultimo elemento del giallo: sul sito dell’Aduc (un’altra associazione di consumatori) si parla di alcuni casi, rilanciati sui media, di vecchi titoli di Stato o buoni postali rivelatisi puntualmente delle bufale. Secondo Aduc dietro queste storie ogni volta c’era Agitalia. Sì, l’associazione che assiste la coppia protagonista del presunto scambio di embrioni.
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