Roma, scempio a piazza Vittorio: dopo i controlli, torna il mercatino degli oggetti rubati

Roma, scempio a piazza Vittorio: dopo i controlli, torna il mercatino degli oggetti rubati
di Laura Bogliolo
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Domenica 13 Agosto 2017, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 09:31

Lo scenario, purtroppo, non è in movimento. Dall'asfalto ribollente risalgono miasmi, sui marciapiedi letti di bottiglie svuotate in stomaci gonfi d'alcol doppiano il rumore dei passi diffondendo sinfonie di vetri a pezzi. Per evitare scippi gli zaini sganciati dalla schiena si abbracciano come fossero il primo amore mai dimenticato, finalmente conquistato. Le Notti di Cinema vengono definite dai residenti un fuoco d'artificio, una speranza di breve durata. Tanto che l'altro giorno gli organizzatori hanno annunciato che l'edizione del prossimo anno non ci sarà. Torna e si amplia il mercatino abusivo su via Ricasoli: è così popolato che ora i venditori hanno deciso di voltare l'angolo e diffondersi su tutto il marciapiede di via Principe Amedeo. I residenti sono stremati e se provi a citofonare a un palazzo su via Ricasoli per chiedere a che ora compare di solito il suk (obiettivo: fotografarlo) un'anziana energica voce risponde: «Si vergogni! In quel mercato vendono oggetti rubati! Vada via! Ma cosa vuole acquistare!».

 

IL BOTTINO
Piazza Vittorio cade a pezzi. E non è solo una metafora: tempo fa lastre di marmo si sono staccate da un palazzo e hanno colpito in testa una turista. La targa Giardini Nicola Calipari è andata anche quella in mille pezzi, travolta da un mezzo pesante. I residenti spiegano: «I carabinieri stanno facendo un buon lavoro, passano, ma purtroppo il mercatino torna sempre». In terra vestiti presi dai cassonetti, ma anche orologi, bracciali, insomma la solita refurtiva. C'è chi ha osservato, studiato e poi compreso i motivi di uno strano movimento: un via vai di donne nomadi. «Escono dalla metro con il bottino, i cellulari rubati: poi si fermano all'angolo su via Ricasoli per venderli». Lo racconta Gianluca, residente, che preferisce non pubblicare il cognome. «Sa com'è dice - qui non c'è da stare tranquilli». No, non si può passeggiare tranquillamente a piazza Vittorio e nei suoi vicoli. Il marciapiede è mangiato dalle cianfrusaglie: a venderle, nomadi, africani, qualche italiano disperato. E guai a chiedere di scansarsi: lanciano occhiatacce, versacci. Insomma, la strada è loro, piazza Vittorio è loro.

Guai, ovviamente, anche a non rispettare il pagamento della sosta sulle strisce blu proprio davanti al mercatino: torna la legalità e scatta subito la multa. Il mercatino si formava tempo fa in via Ricasoli. Erano continui (o quasi) i blitz dei vigili. Chili di oggetti al macero, intervento dell'Ama, poi tutti ricominciava da capo. Proprio non si riesce a dare un po' di speranza a questa città dove il gridolino di dolore di Paolo Sorrentino è annegato tra onde di degrado e illegalità. L'onda dell'illegalità all'Esquilino ormai è costante, quasi ferma, ristagnante come fossimo in un lago. L'altro giorno, in uno dei tanti blitz c'era una testolina bionda spettinata che spuntava tra le auto. Sforzandosi un po', alzandosi in punta di piedi, si vedeva anche un faccino ingrugnato di un bimbo a torso nudo, un paio di pantaloni sgualciti, scarpette sporche. Era lì, il piccolo con i capelli arruffati, vicino alla mamma che stendeva su un lenzuolo oggetti presi dai cassonetti. Spostando in alto lo sguardo, da una finestra spuntava un altro faccino: carnagione chiara, capelli scuri, ben pettinati. Chissà se un giorno quei bimbi, il biondo spettinato e il moro, si incontreranno in metro. Uno a chiedere l'elemosina, l'altro a fare un versaccio di disgusto.