Roma inaugura Largo Enrico Berlinguer a 30 anni dalla morte dell'ex segretario Pci. La destra romana: «Ora una via per Almirante»

Roma inaugura Largo Enrico Berlinguer a 30 anni dalla morte dell'ex segretario Pci. La destra romana: «Ora una via per Almirante»
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Mercoledì 11 Giugno 2014, 20:10 - Ultimo aggiornamento: 21:31

Dal ministro Andrea Orlando a Massimo D'Alema, da Walter Veltroni a Livia Turco fino a Armando Cossutta e Achille Occhetto. Sono stati tanti i partecipanti questo pomeriggio all'inaugurazione di Largo Berlinguer a Roma, a due passi da Botteghe Oscure dove si trovava la storica sede del partito. Ad inaugurare il Largo è stato il sindaco Ignazio Marino alla presenza di Bianca Berlinguer.

Largo Berlinguer occupa lo spazio antistante il capolinea del tram 8 di Piazza Venezia lungo via di San Marco, in prossimità di via delle Botteghe Oscure, «il posto dove lui ha vissuto tutta la vita», ha commentato Bianca Berlinguer, la figlia dell'ex segretario del Partito Comunista italiano, che, partecipanndo all'inaugurazione della piazza, ha spiegato: «Come potete immaginare ha passato molto più tempo dentro questo palazzo che dentro la nostra casa».

Un uomo «coraggioso competente e riservato a cui vogliamo rendere omaggio, un esempio per tutti coloro che credono in una politica di rigore». Così il Marino in fascia tricolore è intervenuto nel corso dell'inaugurazione di Largo Berlinguer ricordando la figura dello storico segretario del Pci. «Le immagini dei funerali di Berlinguer non finiscono di stupire e commuovere. Io ricordo quei funerali e li ho comparati spesso ai funerali di Bob Kennedy, un altro uomo che come Enrico ha lasciato un ricordo immenso nella storia del secolo scorso. Ricordare Enrico Berlinguer oggi con l'intitolazione di questo angolo di Roma a due passi da Botteghe Oscure non è solo un omaggio ad una delle figure politiche che ha più ha segnato la storia di questo paese. Ricordare Berlinguer è attuale. Aveva fatto della questione morale il perno del suo pensiero politico.

Sosteneva che il privilegio va combattuto e distrutto ovunque esso si annidi e che bisogna dare voce ai poveri e svantaggiati», ha aggiunto Marino.

Bianca: «Vorrei che tornasse per vedere cosa ha lasciato». Dopo il sindaco è intervenuta la figlia di Enrico Berlinguer, Bianca, direttore del Tg3: «Questo 11 giugno è il più doloroso di tutti quelli passati: oggi nell'ora della sua morte ho sentito un dolore fortissimo dentro me ricordando quel giorno, un dolore che in questi anni ci ha accompagnato sempre, insieme alla gioia di vedere che dopo tanti anni è ancora così amato e apprezzato dal nostro paese che non lo ha mai dimenticato. Questa è la gioia più bella che un padre che se n'è andato può lasciare ai suoi figli.

Ci piace inaugurare un luogo dedicato a lui così vicino a un posto in cui ha passato la sua vita. È stato molto più dentro questo palazzo che dentro la nostra casa. Vedo qui stasera tantissime persone che hanno passato la vita con lui, le ringrazio a nome di tutta la nostra famiglia, oggi è un giorno un pò speciale, sarà perché questi 30 anni sono stati ricordati da tutti».

Per la giornalista «questo riconoscimento è rimasto a lungo nel cuore e nella testa del nostro Paese, non solo di chi votava comunista, ma anche un riconoscimento al suo modo di intendere la politica. Un modo che ha visto una vita piena di passione e soddisfazione, ma anche di amarezze e responsabilità. Mi piacerebbe potesse tornare anche un solo giorno per vedere cosa ha lasciato».

La destra romana: «Ora una via per Almirante».

«Noi di destra non ci siamo opposti all'intitolazione di un largo a Enrico Berlinguer, come dimostra la posizione di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale su questa cerimonia. Adesso tocca alla sinistra fare un eguale gesto di riconoscimento nei confronti di Giorgio Almirante che, come leader della destra, aveva reso omaggio alla salma dell'allora Segretario del Partito Comunista».

Lo dichiara, in una nota, Gianni Alemanno. «Durante i cinque anni in cui sono stato Sindaco, pur sostenendo esplicitamente l'opportunità di intitolare ad Almirante una via - ricorda - non ho attuato questa decisione perchè era presente in Consiglio comunale e in Città una dura opposizione a questo giusto riconoscimento. L'intitolazione di una via a Giorgio Almirante non poteva e non può essere un atto che lacera la Città. Adesso sta alla sinistra rimuovere questi ostacoli e fare in modo che, al parti dell'intitolazione di Largo Enrico Berlinguer, ci sia un'intitolazione per Giorgio Almirante come atto unanime di riconoscimento al di là delle opposte visioni».

Il presidente nazionale di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Giorgia Meloni, ha scritto una lettera aperta a Ignazio Marino per chiedere, dopo l'intitolazione di un largo a Enrico Berlinguer, di ricordare anche Giorgio Almirante. «Caro Sindaco», si legge nella lettera, «abbiamo partecipato oggi come forza politica e con sincero rispetto, all'inaugurazione della targa toponomastica di Largo Enrico Berlinguer, perché crediamo che sia giusto ricordare un uomo che, al di là delle idee lontane anni luce dalle nostre, ha saputo interpretare la politica con onestà, sobrietà e semplicità. Valori opposti a quelli che ci racconta l'attualità ma che non appartengono a una sola parte politica. Questi, infatti, sono valori che appartengono a chi crede nella politica come servizio per il popolo e per le generazioni future. Sono i valori in cui credeva anche Giorgio Almirante che nel 1984 si recò alla camera ardente a via delle Botteghe Oscure e, dinanzi allo sguardo stupefatto di dirigenti comunisti, di Nilde Iotti e di Giancarlo Pajetta, rese omaggio a Berlinguer.

Il rispetto dell'avversario politico e il rifiuto della logica del nemico fanno parte della cultura della destra italiana. Siamo nel 2014. Ci sono ragazzi nati dopo la scomparsa dei due storici leader italiani che non li hanno nemmeno potuti conoscere o che, peggio, non sanno nemmeno chi siano. Crediamo sia arrivato il momento di scrivere una pagina di "bella politica" ricucendo una memoria condivisa e dedicando anche a Giorgio Almirante un luogo della città dove è vissuto e dove ha dato vita a mille battaglie. Riconoscere, insomma, quello che la Camera dei Deputati ha già riconosciuto dedicandogli una raccolta, in 5 tomi, per celebrare il protagonista di tante battaglie parlamentari e di tanti discorsi. Per riconoscerci come italiani, senza più odio contrapposto. Buon lavoro. Giorgia Meloni».

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