Roma, si spacciavano parenti di defunti e intascavano soldi dell'Enasarco per i funerali

Roma, si spacciavano parenti di defunti e intascavano soldi dell'Enasarco per i funerali
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Sabato 4 Febbraio 2017, 08:05
Spacciandosi per parenti di defunti, sono riusciti a intascare contributi per i funerali dei finti congiunti, truffando l'Ente nazionale di assistenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio per più di 100mila euro. A dispensare contributi non dovuti a una sfilza di amici e conoscenti, è stata una dipendente dell'Enasarco, che ora rischia di finire sotto processo per frode e accesso abusivo al sistema informatico. Insieme a lei, potrebbero arrivare sul banco degli imputati anche tutti quelli che hanno beneficiato dei suoi servigi. Il pm Maria Letizia Golfieri ha infatti chiuso le indagini per dieci persone, atto che solitamente prelude a una richiesta di rinvio a giudizio.
GLI ACCERTAMENTI
Dagli accertamenti svolti dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria è infatti emerso che Eleonora Magarini Montenero, dipendente dell'Ente in servizio nell'ufficio Prestazioni integrative e addetta alle liquidazioni dei contributi funerari, avrebbe taroccato una montagna di pratiche, dirottando i soldi sul conto dei suoi complici. Nell'avviso notificato agli indagati si legge che la Montenero «utilizzando le proprie credenziali» si sarebbe introdotta «più volte nel sistema regolante la procedura di lavorazione delle richieste dei sussidi». Poi, aprendo i file della richiesta di domanda con numeri di protocollo fittizi, avrebbe indicato di volta in volta come beneficiari i soggetti che aveva deciso di favorire. Il sussidio in questione è pari a 1.550 euro. Sommando moduli taroccati e presentandosi agli sportelli di riscossione per battere cassa, c'è chi in pochi mesi avrebbe raggranellato più di 15mila euro.
IL SUSSIDIO
Ma andiamo con ordine. La fondazione eroga un contributo di partecipazione alle spese funerarie sostenute per il decesso di un iscritto. Il sussidio in questione spetta ai familiari del defunto. Manipolando moduli e protocolli, la dipendente infedele sarebbe riuscita a fare ottenere i contributi a soggetti estranei alla fondazione. Il danno quantificato dagli inquirenti è di rilevante entità, visto che è pari a 103mila euro. In questi giorni gli indagati stanno ricevendo l'avviso di conclusione delle indagini. Due beneficiari sono difesi dall'avvocato Claudio Coratella, che attende di visionare gli atti prima di decidere se presentarsi in Procura e chiedere un interrogatorio.
Michela Allegri
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