IMPOSSIBILE
Per fare una ecografia ostetrica, che dovrebbe essere garantita dal sistema nazionale sanitario entro la tredicesima settimana, (ma anche tra la diciannovesima e la ventitreesima), non ci sono disponibilità nella Asl B, C, al San Giovanni, al San Camillo, al Sant’Andrea, ai policlinici Umberto I e Tor Vergata. E con il passare del tempo il bimbo e le paure crescono, la situazione peggiora, le liste d’attesa si allungano all’infinito. Non bastano più la speranza e la preghiera. «Magari se sei fortunata, un posto poi lo trovi», si ripetono come un canto le mamme spaventate e stanche. Poi c’è l’ecografia ostetrica con flussimetria (o ecodoppler addome inferiore), anche questa funzionale alla valutazione della regolarità della crescita fetale. Impossibile prenotarla tramite il Recup in moltissime strutture: alla Asl B e D, ma anche al San Camillo, al san Giovanni, al Sant’Andrea, all’Umberto primo e a San Filippo Neri. Se si ha pazienza però si può fare alla Rm A basta aspettare 155 giorni, alla E con altri 175 giorni d’attesa. Per la eco morfologica, indispensabile tra la ventesima e ventritreesima settimana, i tempi d’attesa dilatano e allora per non vivere questo momento con l’angoscia non ti rimane altra scelta che prenotare in una struttura privata o in una pubblica a pagamento (e il prezzo varia da settanta a centocinquanta euro a esame). Ma c’è anche bisogno, sempre più spesso ormai, dell’amniocentesi, per verificare eventuali malformazioni cromosomiche del feto. In questo caso il primo passaggio è il colloquio, una chimera. «E’ impossibile prenotarlo tramite Recup se non al Sant’Anna - racconta il segretario Uil - e al Sant’Eugenio. Per il resto la mamma deve armarsi di santa pazienza e contattare personalmente i singoli reparti degli ospedali. Possiamo immaginare con quali risultati. E allora via, di nuovo a metter mano ai risparmi». Bernardini alla Regione: «Laddove nell’Asl di appartenenza della donna in gravidanza non ci siano disponibilità in servizio sanitario nazionale, che sia previsto un accesso in intramoenia con il pagamento del solo ticket o in esenzione dove ci siano le condizioni previste dalla legge, come una gravidanza a rischio. In questo modo il servizio sarebbe ottimale per tutte le future mamme con un risparmio di tempo, paure e denaro».
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