Ecografia in gravidanza, attesa infinita: fino a 5 mesi per un esame

Ecografia in gravidanza, attesa infinita: fino a 5 mesi per un esame
di Beatrice Picchi
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Domenica 20 Aprile 2014, 17:44 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 13:54
ROMA - Non bastano neanche pazienza e coraggio per prenotare un’ecografia in gravidanza. Perché nelle strutture pubbliche le liste d’attesa sono infinite e le future mamma devono aspettare talmente tanto, anche quattro mesi, che il bimbo è già nato. Così alla fine può diventare un incubo anche il periodo più bello nella vita di una donna. Di storie come queste ne ha sentite tante Sandro Bernardini, segretario generale della Uil Flp di Roma e Lazio, che per questo ha deciso di fare un’indagine negli ospedali di Roma per sapere cosa realmente succede a una donna che ha bisogno di fare gli esami previsti per legge durante la gravidanza. Alla fine della ricerca il segretario ha scoperto solo cose brutte, e ora chiede al presidente della Regione «interventi concreti per sostenere le donne, magari percorsi riservati a quelle che aspettano un bimbo, per arrivare ad avere questi esami in tempi certi e utili. Altrimenti l’unica soluzione è pagare».



IMPOSSIBILE

Per fare una ecografia ostetrica, che dovrebbe essere garantita dal sistema nazionale sanitario entro la tredicesima settimana, (ma anche tra la diciannovesima e la ventitreesima), non ci sono disponibilità nella Asl B, C, al San Giovanni, al San Camillo, al Sant’Andrea, ai policlinici Umberto I e Tor Vergata. E con il passare del tempo il bimbo e le paure crescono, la situazione peggiora, le liste d’attesa si allungano all’infinito. Non bastano più la speranza e la preghiera. «Magari se sei fortunata, un posto poi lo trovi», si ripetono come un canto le mamme spaventate e stanche. Poi c’è l’ecografia ostetrica con flussimetria (o ecodoppler addome inferiore), anche questa funzionale alla valutazione della regolarità della crescita fetale. Impossibile prenotarla tramite il Recup in moltissime strutture: alla Asl B e D, ma anche al San Camillo, al san Giovanni, al Sant’Andrea, all’Umberto primo e a San Filippo Neri. Se si ha pazienza però si può fare alla Rm A basta aspettare 155 giorni, alla E con altri 175 giorni d’attesa. Per la eco morfologica, indispensabile tra la ventesima e ventritreesima settimana, i tempi d’attesa dilatano e allora per non vivere questo momento con l’angoscia non ti rimane altra scelta che prenotare in una struttura privata o in una pubblica a pagamento (e il prezzo varia da settanta a centocinquanta euro a esame). Ma c’è anche bisogno, sempre più spesso ormai, dell’amniocentesi, per verificare eventuali malformazioni cromosomiche del feto. In questo caso il primo passaggio è il colloquio, una chimera. «E’ impossibile prenotarlo tramite Recup se non al Sant’Anna - racconta il segretario Uil - e al Sant’Eugenio. Per il resto la mamma deve armarsi di santa pazienza e contattare personalmente i singoli reparti degli ospedali. Possiamo immaginare con quali risultati. E allora via, di nuovo a metter mano ai risparmi». Bernardini alla Regione: «Laddove nell’Asl di appartenenza della donna in gravidanza non ci siano disponibilità in servizio sanitario nazionale, che sia previsto un accesso in intramoenia con il pagamento del solo ticket o in esenzione dove ci siano le condizioni previste dalla legge, come una gravidanza a rischio. In questo modo il servizio sarebbe ottimale per tutte le future mamme con un risparmio di tempo, paure e denaro».
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