Roma, il tribunale era la base dello spaccio: arrestati un avvocato e un attore

Roma, il tribunale era la base dello spaccio: arrestati un avvocato e un attore
di Sara Menafra
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Venerdì 14 Ottobre 2016, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 13:35
Caotici e sicuri, perfetti per discutere di qualunque affare: il bar del tribunale penale di piazzale Clodio e la sala avvocati erano diventati il quartier generale di una organizzazione specializzata nel traffico internazionale di stupefacenti e che è stata fermata poco prima che riuscisse a portare nella Capitale una partita di droga di 140 chili.
Ieri su richiesta del coordinatore della Dda Michele Prestipino e della pm Barbara Sargenti gli uomini del Gico della Guardia di finanza di Roma guidati dal colonnello Gerardo Mastrodomenico hanno arrestato tredici persone coinvolte nell'organizzazione.

DETENUTI MODELLO
Oltre a rivelare la formazione di una nuova organizzazione criminale, gli arresti hanno gettato una nuova pesante ombra sulle misure di reinserimento sociale dei detenuti. I due leader dell'organizzazione, infatti, erano considerati da tutti modelli a cui ispirarsi: Giovanni Arcuri è stato uno dei protagonisti principali del film dei fratelli Taviani, girato con la compagnia teatrale di Rebibbia, Cesare deve morire! vincitore dell'Orso d'oro a Berlino e di cinque David di Donatello; Sergio Boeri è stato il primo detenuto a conseguire la laurea in giurisprudenza nel carcere di Rebibbia e da semilibero aveva preso a frequentare piazzale Clodio dove stava seguendo il praticantato. Proprio i corridoi del tribunale, il bar, la sala avvocati e lo studio dove provava a diventare avvocato si sarebbero però trasformati nel centro di un'organizzazione capace di trafficare «cocaina dalla Spagna, dal Venezuela e dal Brasile», come si legge nell'ordinanza di custodia cautelare. «E' necessario avviare una riflessione in materia di concessione e gestione delle misure alternative alla detenzione in carcere», ha commentato il procuratore aggiunto Prestipino.
L'operazione, denominata «Promotor Fidei», ha preso piede nell'agosto del 2014 in seguito alla segnalazione della polizia federale di Bruxelles su un narcotraffico proveniente dalla Repubblica Dominicana e destinato a numerosi paesi europei. Il capo dell'organizzazione era proprio Arcuri che gestiva un'organizzazione che operava tra Roma, Verona, Perugia e la provincia di Latina. A dargli una mano era un altro nome noto: l'avvocato Arturo Ceccherini, già coinvolto nell'inchiesta sulla scalata alla Lazio da parte dell'ex bomber Giorgio Chinaglia. Proprio l'arresto di Ceccherini in Olanda con tredici chili di sostanza, apparentemente cocaina, (l'organizzazione sarebbe stata a sua volta truffata) è stata decisiva per procedere nell'indagine.
L'affare interrotto dagli arresti e discusso usando i corridoi di piazzale Clodio era, però un altro: Arcuri aveva assicurato a Boeri di poter gestire l'importazione di 140 chili di cocaina attraverso la Spagna, fino a Roma e Perugia grazie all'aiuto di una «importante famiglia calabrese» probabilmente collegata alla ndrangheta.