Il dossier choc sul Pd Roma: «Falso un circolo su cinque»

Il dossier choc sul Pd Roma: «Falso un circolo su cinque»
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 11 Aprile 2015, 06:26 - Ultimo aggiornamento: 08:52
Nel Pd romano, un circolo su cinque è «fantasma». È questo uno dei dati più inquietanti che emergono dal lavoro del team di Fabrizio Barca. Il gruppo di indagine guidato dall'ex ministro del governo Monti - incaricato di «mappare il Pd» dal commissario del partito, Matteo Orfini, subito dopo i primi arresti per Mafia Capitale - ha già esaminato quasi l'80% delle 110 sezioni territoriali del partito democratico a Roma.

CONTA DELLE TESSERE

L'inchiesta interna è condotta da una squadra di 30 ricercatori, coordinati da Barca, che stanno passando al setaccio tutte le sezioni nei 15 municipi. In base ai primi dati, da quanto filtra, circa il 20% dei circoli non svolgerebbe in realtà nessun tipo di attività politica, ma sarebbe solo funzionale all'attività elettorale di capibastone e correnti. Una rete di “feudi” utilizzata dai vari potentati locali solo per la conta delle tessere nei congressi, ma che non ha nessun tipo di rapporto con il territorio di riferimento.



Parallelamente, il Pd ha avviato anche un'inchiesta sul tesseramento. In questo caso a svolgere i controlli è l'organizzazione giovanile del partito, i Giovani Democratici, che da febbraio stanno contattando al telefono i 15.079 militanti che risultano iscritti all'ultimo congresso del novembre 2013, quello vinto da Lionello Cosentino, il politico che Salvatore Buzzi, in un'intercettazione con Massimo Carminati, definiva «amico nostro» e a cui sosteneva di avere portato voti.



Finora sono stati chiamati 7mila iscritti, circa la metà del totale. Da questo campione risulterebbe che oltre il 15% dei tesserati ha nomi «inesistenti», oppure corrispondenti a persone reali ma inconsapevoli dell'iscrizione, o ancora iscritti «su pressione» dei capibastone locali.



Le anomalie nelle iscrizioni hanno registrato dei picchi nelle sezioni del municipio VI e nel II. Non a caso si tratta dei due distretti, oltre a Ostia, in cui Orfini ha deciso di azzerare i vertici locali. In II Municipio meno di un mese fa è arrivato come commissario il renziano Antonio Funiciello, già membro della segreteria nazionale del Pd nel 2013, mentre Gennaro Migliore è andato a Tor Bella Monaca, uno dei territori più discussi a partire dalle primarie del 2013, quando proprio a ridosso del voto il numero di iscritti, schizzò di colpo da 170 a 430 e la renziana Cristiana Alicata all'epoca parlò di «rom in coda ai gazebo».



Le interviste del gruppo coordinato dall'ex ministro della Coesione territoriale nei vari circoli invece dovrebbero essere completate entro la fine di aprile, poi scatterà la fase due, quella dell'assemblaggio dei dati raccolti sezione per sezione. Barca conta di chiudere la «mappatura» del Pd Roma entro la fine del mese di maggio: per quella data verrà consegnata la relazione finale a Orfini. Ma già in prossimità del termine di questa prima fase di colloqui con i vertici territoriali del Pd, emergono alcuni dati. Tra cui quello relativo ai circoli inattivi, che esistono solo sulla carta.



LE CLIENTELE È una «ricognizione approfondita» quella avviata da Barca, per capire cosa «limita, indebolisce e inquina la vita» delle sezioni, tra «interessi esterni», «incapacità di organizzarsi» e la «ripetizione di riti stanchi, non ospitali, noiosi».

Già nel primo rapporto intermedio pubblicato a metà marzo, su 40 circoli, Barca aveva evidenziato la presenza di 3 “modelli” di partito: un Pd «cattivo e pericoloso», quello delle clientele «da 200 tessere in due ore», un Pd «dormiente, con potenzialità ma poco aperto al territorio» e un Pd «buono, che esprime progetti, ma a cui manca il metodo».



Un partito, quest'ultimo, che quasi sempre finisce per «subire inane lo scontro correntizio, le scorribande dei capibastone, e che svolge un'attività territoriale, ma senza capacità di rappresentare la società del proprio quartiere». Un Pd a due facce, che lo stesso commissario Orfini ha paragonato a Dr Jekyll e Mr Hide, twittando: «Dr Partito e Mr Democratico».