Alla frontiera le hanno sottratto i documenti e, una volta a Roma, l'hanno tenuta segregata in un casale abbandonato di una ex fabbrica su Lungotevere Gassman, e costretta all'accattonaggio per le vie del centro, costantemente sotto la minaccia di gravi ritorsioni e spesso anche di morte. I due aguzzini a fine giornata perquisivano la donna per essere sicuri che non trattenesse per sè nulla di quanto guadagnato, se poi provava a ribellarsi veniva picchiata e minacciata. A seguito delle ripetute e violente percosse subite, la vittima è stata costretta ad andare in ospedale ma sempre di nascosto. Nei giorni scorsi, però, la donna ha accusato forti dolori addominali, ha approfittato dell'assenza dei suoi sfruttatori ed è andata di nuovo in ospedale. Qui ha incontrato un altro connazionale, al quale ha potuto finalmente raccontare la sua storia, e che l'ha convinta a denunciare tutto alla Polizia. Ad ascoltare la denuncia della donna sono stati gli agenti del Posto di Polizia dell'ospedale San Camillo che, insieme agli altri colleghi del commissariato Monteverde, diretti da Antonio Roberti, hanno individuato il luogo descritto dalla donna e lì hanno trovato anche i due malviventi.
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