Anpi e Forza Nuova in piazza per Desirée
L'estrema destra in marcia tra saluti romani e minacce

Desirée,massima allerta a Roma per il doppio sit-in: in piazza Anpi e Forza nuova
5 Minuti di Lettura
Sabato 27 Ottobre 2018, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 22:24

Da una parte i saluti romani e gli ululati razzisti verso i migranti, dall'altra i pugni chiusi e Bella Ciao del presidio antifascista. Di qua l'ostilità verso «gli immigrati che ci stuprano, ci attaccano, vogliono conquistarci», di là l'appello a «non strumentalizzare» e il fermo no alle «ronde fasciste».


LEGGI ANCHE Desirée, gip convalida il fermo dei 3 indagati. Il nigeriano nega: «Mai sfiorata, era una bambina»

 


A pochi giorni dalla morte di Desirèe, la sedicenne di Cisterna di Latina trovata senza vita in uno stabile abbandonato del quartiere romano di San Lorenzo, non si placa lo scontro attorno a una morte che - unico punto su cui c'è concordia - si poteva e si doveva evitare. In piazza oggi, a Porta Maggiore, è scesa Forza Nuova, il movimento di estrema destra guidato da Roberto Fiore e Giuliano Castellino. A poche centinaia di metri, in piazza dell'Immacolata, 'cuorè della movida del quartiere, c'è il contro-presidio dell'Anpi e della rete antifascista. In mezzo, un cordone di polizia. «Noi non rompiamo le scatole a nessuno, Forza Nuova marcia dove vuole - ha affermato Castellino, partito con i suoi dalla sede di San Giovanni - Perchè non possiamo entrare a San Lorenzo? Dove stava la polizia quella notte?». 
 

 
 

I.
 


Momenti di tensione però solo nel tardo pomeriggio, quando alcune simpatizzanti di Fn hanno incrociato all'angolo di via dei Lucani - lì dove si trova l'edificio in cui è morta la giovane - alcuni militanti di sinistra. Sono state bloccate dagli agenti: nella borsa avevano una bandiera del movimento che forse volevano esporre davanti all'ingresso. «Noi - ha detto Fiore - siamo disposti a fare le passeggiate della sicurezza con i cittadini per impedire agli spacciatori di tornare. Ci chiediamo da che parte sta la sinistra». Il sit in dell'Anpi e del presidio antifascista si trova nell'altra piazza, ed è unita per dire «no allo sciacallaggio e alle strumentalizzazioni». «La manifestazione di Forza Nuova - ha detto il segretario provinciale dell'Anpi Fabrizio De Sanctis - è una provocazione fascista. Oggi non ci saranno ronde a San Lorenzo: sarebbe uno sfregio per Roma, medaglia d'oro per la Resistenza».

La piazza è piena: ci sono anche i novantenni partigiani Mario Di Maio e Tina Costa, e accanto a loro le bandiere del Pd (con il segretario romano Andrea Casu), i rappresentanti di LeU, della Lista Zingaretti, della Cgil, l'Arci, gli studenti, Legambiente. Ci sono le femministe di Non una di meno con i foulard viola, il Coordinamento antirazzista con le mani tinte di rosso, e anche i centri sociali: «Se il palazzo fosse stato occupato e non abbandonato - dicono - Desirèe non sarebbe morta». E mentre a Porta Maggiore si intona «fuori i mostri dall'Italia», l'Anpi contrattacca: «Non è possibile che ci sia chi reagisce solo quando l'aggressore è straniero. Non lo accettiamo né dai gruppi che si richiamano al fascismo, nè dalla politica in generale». 

Il riferimento è al ministro dell'Interno Matteo Salvini, che qualche giorno fa - accolto da due schiere contrapposte di cittadini - ha visitato il palazzo fatiscente di via dei Lucani. Lo cita apertamente la presidente del II Municipio Francesca Del Bello (Pd): «Si è presentato qui con parole di odio verso una razza. Qui si vive ogni notte un dramma per colpa del mercato della droga. Il quartiere ha bisogno di normalità - ha aggiunto - ha bisogno dello Stato».

Virginia Raggi si è intanto schierata: «Anche nei momenti difficili non ci vogliono ruspe», ha detto ieri respingendo con forza la ricetta dell'alleato Matteo Salvini. Per la sindaca quelle di Forza Nuova sono ronde, perlustrazioni securitarie che invece dovrebbero essere competenza delle forze dell'ordine. «Non servono ronde», ha detto ieri in aperto contrasto con Forza Nuova. «Servono cose come il controllo di vicinato che stiamo già sperimentando. Un'attività corale che vede come perno i cittadini che forniscono indicazioni a supporto delle forze dell'ordine. Mi oppongo a qualunque tipo di visione che proponga l'uso della forza privata indiscriminata per risolvere questioni ordine pubblico e sociale», ha poi sottolineato.

IL CAPO DELLA POLIZIA
O l'Italia «accetta che la sicurezza» è un concetto complesso« in cui »ognuno deve fare la propria parte« oppure »continueremo con isteriche polemiche che non solo non contribuiranno a risolvere i problemi ma anzi molto spesso non daranno risposte alle domande che i cittadini pongono.
Lo ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli definendo ingiuste le critiche arrivate al prefetto di Roma dopo la morte di Desiree. Gabrielli, rispondendo a margine del concerto della banda della Polizia alla Scala di Milano, ha sottolineato che sicuramente ci sono molte cose da fare« e le forze di polizia faranno del loro meglio per affrontare e risolvere i problemi. Ma, ha ribadito, la sicurezza è un tema complesso e integrato che non riguarda le sole forze di polizia. Roma è una città complessa che, come i grandi inurbamenti, presenta criticità e situazioni di degrado e disperazione. Io però non vorrei - ha concluso tornando sulla morte di Desiree - che questo episodio diventi l'icona della nostra città.

© RIPRODUZIONE RISERVATA