Via Poma, Morena in festa per Busco
«L'assoluzione riguarda tutti»

Via Poma, Morena in festa per Busco «L'assoluzione riguarda tutti»
di Lorenzo De Cicco
3 Minuti di Lettura
Venerdì 28 Febbraio 2014, 08:12
C' chi ha tenuto in frigo il prosecco, chi sforna le frappe, chi ha solo voglia di abbracciarlo e di festeggiare.

Il day after di Morena, periferia sud della Capitale, è un tutt'uno con quello di Raniero Busco. Il principale imputato del processo di via Poma, assolto definitivamente due giorni fa dalla corte di Cassazione, in questo spicchio di Roma fuori dal Gra, tra via Anagnina e Ciampino, è nato e cresciuto. Lo conoscono tutti. E tutti il giorno dopo «la fine dell'incubo» ripetono come un mantra quello che vanno dicendo da anni, ma che da mercoledì notte è diventato finalmente verità processuale: «Raniero è innocente, noi lo abbiamo sempre saputo» come se questa assoluzione riguardasse il quartiere e non solo Busco.



LA MADRE

Giuseppina Teatini, la mamma di Raniero, si affaccia dal balcone della villetta a due piani di vicolo Anagnino, dove al piano terra abita il figlio con la nuora e i nipotini. «Non è qui che va cercata la verità - dice - ma a via Poma, in quella strada maledetta. Ho sempre saputo che mio figlio non c'entrava niente». Nel giorno della festa per l'assoluzione definitiva, c'è però anche spazio per la vittima del giallo Cesaroni, Simonetta. «Sono una mamma anch'io - dice Giuseppina - e penso ai genitori di Simonetta. Era una brava ragazza, l'avevo conosciuta al funerale di mio marito. So che la sua famiglia ora starà soffrendo, ma anche la nostra ha sofferto per troppi anni ingiustamente». Ecco perché da ieri a Morena c'è voglia di voltare pagina. «Ora vogliamo pensare solo al futuro - aggiunge la mamma di Raniero - Ai suoi bambini, a sua moglie, alla sua vita. Che può finalmente ricominciare».



SPUMANTE E DOLCI

La nuova vita di Raniero Busco ricomincia con frappe, dolci e spumante che gli amici di sempre sono pronti a portargli. Già ieri qualcuno si è affacciato al cancello della casa, altri arriveranno nei prossimi giorni. «Gli siamo stati accanto per tanti anni, nei momenti difficili. Ora dopo la sentenza abbiamo deciso di lasciarlo tranquillo», racconta Valentino Terova, titolare del bar di via del Fosso di Sant'Andrea, a due passi dalla casa di Busco. Qui Raniero viene a fare colazione, prima di portare i bambini a scuola. «Teniamo in fresco lo spumante per lui - dice il barista - L'avevo visto domenica ed era molto teso. Ora possiamo finalmente festeggiare». Non è ancora in programma una festa, come dopo la prima assoluzione in appello, quando ci fu un brindisi nella vicina chiesa di Sant'Andrea Apostolo. Ma il quartiere ha comunque voglia di celebrare l'assoluzione. E se dal bar offrono il prosecco, dalla pasticceria di via Mottegiana offrono invece frappe e castagnole. «Raniero - raccontano dal negozio - ordina sempre qui la torta per i suoi compleanni. Ma stavolta i dolci glieli offriamo noi. Dopo tutto quello che ha passato è il minimo. Festeggeremo insieme il suo secondo compleanno, perché mercoledì è rinato».



I VICINI

Non è un caso se quando ieri mattina Busco e la moglie sono usciti dalla villetta, intorno a mezzogiorno, hanno deciso di ringraziare pubblicamente «tutti gli amici del quartiere che ci sono stati vicini in questi anni». Perché Morena è stata la «famiglia allargata di Raniero», come ammette una vicina, mentre passeggia accanto al campo di calcetto dove Busco porta sempre i figli a giocare la domenica pomeriggio. «Da queste parti ci conosciamo tutti, fin da piccoli - racconta Giuliana, da una vita a via di Torre Malacena - E chi è amico di Raniero sa che è un bravo ragazzo e che quelle accuse erano assurde. Si è ritrovato fagocitato in una brutta storia senza avere colpe. Ora la verità è venuta fuori. Ma il calvario è stato troppo lungo. Niente può cancellare la sofferenza che ha dovuto sopportare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA