Roma, danno erariale milionario: scatta l'indagine sull'ex circolo dell'assassino di Ciro Esposito

Roma, danno erariale milionario: scatta l'indagine sull'ex circolo dell'assassino di Ciro Esposito
di Michela Allegri
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Mercoledì 4 Ottobre 2017, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 16:34
Un contenzioso milionario, una sentenza dei giudici amministrativi mai eseguita e, ora, una penale a cinque zeri che si abbatte sulle casse comunali. Il caso della gestione del circolo sportivo di viale di Tor di Quinto 57/b, lo stesso dove abitava Daniele De Santis e davanti a cui l'ultrà romanista ha ucciso il tifoso napoletano Ciro Esposito, finisce al vaglio della Corte dei conti. La bagarre riguarda la mancata assegnazione dell'area all'associazione sportiva dilettantistica Real Fettuccina, vincitrice nel 2005 di un contratto di appalto definito regolare sia dal Tar che dal Consiglio di Stato.

Ieri, il viceprocuratore generale Massimiliano Minerva ha chiesto al Campidoglio di chiarire i tratti della vicenda e di inviare in procura tutta la documentazione. Il Comune, infatti, dopo l'ultima pronuncia del Consiglio di Stato, rischia di dover sborsare all'associazione almeno 675mila euro di penali. La quota è aumentata esponenzialmente di mese in mese, visto che il Comune non ha eseguito per tempo le sentenze amministrative che disponevano la consegna dell'area all'associazione, che avrebbe dovuto realizzare una cittadella dello sport. In tutto, la cifra che il Campidoglio deve all'associazione - penali comprese - è stata stabilita con un'ultima transazione tra le parti: circa 15 milioni.

IL RICORSO
È il 2009 quando per la prima volta il Tar stabilisce che la Real Fettuccina si sia aggiudicata regolarmente l'appalto. Nel 2011, i giudici dispongono l'immediata consegna dell'area. Viene anche disposta, in caso di inerzia e ritardo, l'applicazione di una penalità di mora progressiva. Lo sgombero e la consegna si rivelano difficoltosi. Nel maggio 2013 Risorse per Roma spa viene incaricata di eseguire sgombero, bonifica e messa in sicurezza dell'impianto. Nell'aprile 2015 l'amministrazione fa un'offerta transattiva per il ritardo nella consegna del bene: la cifra proposta ammonta a 675mila euro. Sono stati i magistrati amministrativi a disporre la trasmissione degli atti alla Corte dei conti, «stante l'ammontare della somma dovuta a titolo di penalità di mora», si legge nell'ultima sentenza.