Corruzione ed economia illegale a Roma valgono 20 miliardi di euro. Ad alimentare il malaffare l'evasione fiscale e gli appalti gonfiati

Corruzione ed economia illegale a Roma valgono 20 miliardi di euro. Ad alimentare il malaffare l'evasione fiscale e gli appalti gonfiati
di Alessandro Tittozzi
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Giovedì 11 Febbraio 2016, 20:43
Quasi 20 miliardi di euro tra corruzione ed economia illegale. E’ l’incredibile cifra che viene bruciata a Roma e provincia per alimentare ogni anno il malaffare. In pratica, la manovra economica di un piccolo stato europeo. Sono i numeri agghiaccianti del dossier realizzato dalla Uil di Roma e del Lazio, in collaborazione con l’Eures. Soldi, che se recuperati, consentirebbero una possibile netta riduzione della pressione fiscale e una maggiore disponibilità di risorse da destinare al welfare e agli investimenti pubblici. In pratica i cittadini del Lazio potrebbero non pagare più l’Irpef grazie a questa montagna di denaro recuperato. Ma al momento rimane soltanto un sogno di fronte all’amara realtà dettata dall’ultima inchiesta su “Mafia Capitale”.

Ma come si arriva a una somma del genere? Sommando al valore dell'economia sommersa di 17,7 miliardi (determinata da lavoro nero, sotto-dichiarazioni e altre forme di evasione fiscale), quello prodotto a Roma dall'economia illegale (corruzione, prostituzione, traffico di stupefacenti e contrabbando di tabacchi) pari a 1,5 miliardi. E si arriva così alla cifra record di 19,2 miliardi, il valore totale della cosiddetta “economia non osservata”. All'interno del sommerso la quota più rilevante è rappresentata dall’evasione fiscale, il cui valore è stimato in 9,3 miliardi, seguite dal lavoro irregolare (6,7 miliardi) e dagli 1,7 miliardi sottratti da altre voci (affitti in nero, compensazioni domanda-offerta e mance).

Secondo quanto riportato dal dossier, sono soprattutto i settori del commercio - ristorazione in primis - trasporti e alloggi gli ambiti dove più frequente si annida il sistema della sotto-dichiarazione (3,3 miliardi evasi), seguiti dai servizi professionali (2 miliardi) e dai servizi alle imprese (1,5 miliardi), mentre nei servizi alle persone l'economia sommersa si caratterizza soprattutto per il lavoro irregolare, con un danno stimato pari a 1,6 miliardi.

La Corte dei Conti, invece, ha stimato che il danno prodotto dalla corruzione come una tassa sulle opere, forniture e servizi dello Stato, è pari al 40% del valore della domanda pubblica. Una stima che, se rapportata ai soli appalti emessi dal comune di Roma e dai 15 municipi capitolini, genererebbe un sovrapprezzo di 1,5 miliardi di euro. Lo studio sottolinea, inoltre, che tra le tipologie di danno erariale maggiormente contestate al primo posto si colloca quello prodotto da indebite erogazioni di contributi e finanziamenti, seguito dal danno patrimoniale e dalla mancata riscossione delle entrate.

La maggior parte delle citazioni emesse riguarda illeciti commessi dalle società partecipate, raggiungendo nel Lazio il 67,7% del totale nazionale. Illeciti che collocano proprio il Lazio al terzo posto in Italia, dopo Campania e Sicilia, per numero di reati scoperti contro la pubblica amministrazione. Ancora peggiore il posizionamento del Lazio per i reati di corruzione (61 scoperti nel 2014, che lo collocano al secondo posto, dopo la Campania, a fronte di una media nazionale di 19 reati l'anno) e per quelli di concussione (18 denunce nel 2014 contro una media di 5,6).

Alberto Civica, segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, sostiene che si deve "intervenire in maniera più profonda. Invece del sensazionalismo su questioni come affittopoli, si dovrebbe intervenire sulle regole, si dovrebbe avere una politica meno distratta e si dovrebbero colpire questi reati in maniera esemplare: quello che serve è un grande faro che ci guidi e che faccia tornare la cultura della legalità". Sulle regole, in particolare, Civica sottolinea: "Di misure dobbiamo metterne in piedi più di una, non esiste una soluzione che col bisturi elimina il problema. Oggi abbiamo troppe regole che dovrebbero essere semplificate".
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