Conte: «Vedrò Raggi, Roma va migliorata». La corsa dei ministri per aiutare la sindaca

Conte: «Vedrò Raggi, Roma va migliorata». La corsa dei ministri per aiutare la sindaca
di Simone Canettieri
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Sabato 11 Agosto 2018, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 18:41
Si vedranno «presto», il premier Giuseppe Conte e la sindaca Virginia Raggi. Ma non prima di settembre, quando entrambi torneranno dalle rispettive ferie. «La incontrerò: finora non ci sono ancora riuscito - ha detto il presidente del consiglio a margine della conferenza stampa di mercoledì - perché Roma va migliorata». E qui Conte si è accorto di aver dato un mezzo assist per una critica al Campidoglio o di aver esternato comunque una legittima preoccupazione: «Eh, ma non fateci un titolo adesso, confrontarci per migliorare in generale». Non sarà un faccia a faccia inedito. La sindaca incrociò il presidente del Consiglio nella precedente vita di entrambi. «Era l'assistente del mio professore all'università e il mio primo esame, diritto privato, lo feci proprio con lui». In quell'occasione, «fu un po' severo», e la grillina prese «25 o 26». Per il bis, la sindaca si aspetta che questa volta Conte sia di manica larga. In ballo ci sono i «poteri speciali» per la Roma con l'attuazione di alcuni decreti attuativi della vecchia legge per Roma Capitale, con un'iniezione di autonomia.

LE MOSSE
Insomma, servirà più di un aiuto, anche perché il Campidoglio punta a incassare risorse e progetti con il nuovo tavolo per Roma, montato dal ministro Luigi Di Maio al Mise, sostituendo così il precedente di Carlo Calenda, finito in un binario morto. Non solo Conte, però. Il tour della sindaca tra i ministri amici (Costa, Bonisoli, Di Maio, Fraccaro, Toninelli, Bonafede) e quelli alleati (Salvini e Bongiorno) manca ancora di un altro tassello: Giovanni Tria, titolare dell'Economia, che finora si è mosso per sbloccare 125 milioni di spazio di bilancio, ma che presto dovrà esprimersi su «che fare» sul debito storico del Comune: 13 miliardi di euro, che dormono in pancia a una gestione commissariale legata comunque al Mef e a Palazzo Chigi. Dal Campidoglio sono fiduciosi. «Sto incontrando tutti i ministri, parliamo soprattutto del ruolo di Roma Capitale. Che Roma non è più ladrona lo ha capito anche la Lega» e «deve essere trattata come tutte le capitali di Italia e Europa: se va bene la Capitale possiamo fare da traino», ha spiegato la sindaca Agorà Estate su Rai 3.

IL FRONTE
Raggi continua ad avere proprio con la Lega un doppio fronte aperto: da una parte la collaborazione con il ministro dell'Interno («Gli ho illustrato la nostra terza via sui rom: gli è piaciuta») dall'altra la morsa dei leghisti che puntano al Campidoglio. Salvini sindaco? «Gli piacerebbe», è stata la battuta della grillina per scacciare un incubo reale, l'avanzata in Comune. E qui si innesca un'altra dinamica: quella del processo che la vede imputata per falso, con una sentenza prevista a novembre. In caso di condanna, Raggi si dimetterebbe subito, come vuole d'altronde il codice etico del M5S. E ieri in tv ha ripetuto: «Ci sono delle regole, rispetteremo le regole». Salvo, addolcire questa affermazione, una finestra spalancata nel vuoto, con una bella iniezione di fiducia: «Io sono molto tranquilla, so quello che ho fatto e sono tranquilla». E da oggi, la sindaca parte per le ferie: destinazione Corsica, con figlio e marito. Il suo ritorno in Campidoglio è atteso intorno al 25 agosto. Quando riprenderà l'attività amministrativa e inizierà a preparare l'incontro con il premier Conte. Salvo incidenti giudiziari, in Campidoglio si respira ottimismo. Proprio per l' allineamento di pianeti con il Governo amico. Circostanza che fa esclamare a tutti: «Ora o mai più!». E il deja vu tra l'ex studentessa e l'avvocato degli italiani dovrebbe suggellare questa intesa. Che ha anche un altro sottinteso sussurato con consapevolezza nei corridoi semivuoti del Campidoglio: «Adesso non ci sono più alibi».
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