Roma, il Comune cerca contadini: ma nessuno vuole il lavoro

Roma, il Comune cerca contadini: ma nessuno vuole il lavoro
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 12 Aprile 2018, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 14:16
Il Campidoglio cerca contadini. Non è il titolo di un nuovo reality su Fox life: l'amministrazione della Capitale, che non ha soldi per riparare le buche sulle strade e gestisce malamente i trasporti pubblici, è pronta a ingaggiare, a tempo indeterminato, 40 nuovi «operatori» agricoli da spedire nelle sue malandate fattorie che producono caciotte e mozzarelle. Non tutti lo sanno, infatti, ma il Comune di Roma è proprietario, insieme alla Regione Lazio, di due aziende dove pascolano vacche frisone e vitelli maremmani: la tenuta del Cavaliere, 80 ettari alla Bufalotta, poco fuori dal Raccordo anulare, e la tenuta di Castel di Guido, 2mila ettari sull'Aurelia disseminati di resti romani ed etruschi, che nel 2010 ha vinto l'ambito premio per il miglior Provolone della Capitale. Al netto di questo invidiabile successo, si tratta di aziende in pessimo stato, quanto a finanze - il buco è di 800mila euro l'anno - eppure la giunta di Virginia Raggi si è convinta a un disperato tentativo di rilancio: «L'agricoltura - sostiene la sindaca grillina - deve tornare al centro dell'agenda cittadina». Del resto l'assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, arrivato dalla riviera della Versilia quest'estate, ha confessato che qui nell'Urbe si sente un po' «come Renato Pozzetto nel Ragazzo di campagna».

IL FLOP
Il problema è che nessuno o quasi sembra propenso a imbracciare la vanga per conto di Palazzo Senatorio.
Alla fine del 2017 il Comune ha provato a reclutare 24 contadini, ma il bando è stato un fiasco: nonostante le «numerose note» spedite ai centri dell'impiego, hanno risposto alla chiamata in 4 e soltanto in 2, alla fine, hanno messo la firma sul contratto da «operatore agricolo» offerto dal Campidoglio.
La giunta pentastellata però non demorde. E qualche settimana fa, il 16 marzo, ha licenziato una memoria interna che chiede al capo delle risorse umane di «avviare in tempi brevi le opportune iniziative per procedere all'assunzione con contratto a tempo indeterminato di 46 unità di personale». Tutti per le aziende agricole: 40 saranno appunto contadini - pardon, «operatori dei servizi ambientali» - da spedire nei campi, gli altri 6 avranno mansioni impiegatizie. La speranza è che stavolta, a differenza di quanto accaduto a dicembre, le cose vadano meglio. Ma non ci sono troppe garanzie.

I SEQUESTRI
Raggi è sicura che la missione salva-fattorie possa andare in porto. «Queste attività potrebbero rappresentare una grande opportunità di rilancio del territorio dell'agro romano - ha detto ad agosto dell'anno passato - invece sono luoghi di sprechi di denaro pubblico e malessere per gli animali allevati». Proprio l'estate scorsa, 86 bovini di Castel di Guido vennero messi sotto sequestro dai carabinieri della Forestale per le «cattive condizioni degli animali e l'inadeguatezza delle strutture di detenzione». Va detto che la sindaca si è detta contraria fin da subito agli «allevamenti intensivi» e ha chiesto agli uffici comunali di trovare alternative. A ottobre sono stati messi in vendita 365 tra mucche, vitelli e vitelloni. Ora l'idea è quella di trasformare queste aziende improduttive e costose, in agriturismi buoni per le gite delle scolaresche, puntando sui campi di mais, di cereali e sugli oliveti. Non è chiaro se si continueranno a produrre formaggi, servizio pubblico che sicuramente tanti romani riterranno irrinunciabile. Per portare a termine l'operazione, serve in ogni caso manovalanza disponibile a falciare tra i prati. Sperando che qualcuno apprezzi ancora la massima di Tolstoj, il quale sosteneva che il lavoro nei campi sia l'unico a «guidare la vita razionalmente».
 
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