Ospedale Bambino Gesù, una Tac da comprare con la vendita della birra

Ospedale Bambino Gesù, una Tac da comprare con la vendita della birra
di Giulio Mancini
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Domenica 22 Marzo 2015, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 10:17

Patnership dell'associazione onlus Bambino Gesù con un birraio di Fiumicino destinata all'acquisto dello strumento di ultimissima generazione per il presidio di Palidoro.nell'ambito del La birra come strumento di solidarietà per i bambini meno fortunati. E’ un evento storico quello celebrato dall’Associazione Bambino Gesù in un ristorante di viale Tiziano. Per la prima volta nella sua storia, infatti, il gruppo di oltre seicento professionisti e imprenditori che attraverso la onlus supporta il centro pediatrico d’eccellenza di Roma, ha sottoscritto una patnership commerciale in nome della solidarietà.

«Chi acquisterà la birra artigianale Edonè prodotta a Fiumicino, contribuirà all’acquisto della Tac che farà l’esame in 350 millisecondi: per ogni bottiglia venduta saranno riversati 30 centesimi» spiega Luca Benigni, presidente del sodalizio.

L’obiettivo, infatti, rientra nel progetto “Ospedale senza dolore”. “La nuova Tac, che verrà messa al servizio del presidio di Palidoro, sarà particolarmente utile per bambini alle prese con patologie che non consentono lunghe esposizioni nell’immobilità e per i diversamente abili con malattie neurologiche” specifica Francesca Rebecchini, vicepresidente dell’associazione.

L’operazione è spiegata chiaramente ai consumatori sull’etichetta della bottiglia di birra, ottenuta da orzo coltivato rigorosamente nel Lazio.

L’Associazione Bambino Gesù, fondata nel 2003, ha tra i suoi sostenitori il capitano giallorosso Francesco Totti ed il presidente del Coni Giovanni Malagò. Tra le più recenti donazioni anche quella di un pullman al servizio dei ricoverati dell’ospedale attivo in Giordania, l’unico cattolico in quel Paese e destinato ai piccoli feriti della guerra di Siria.

L’altra sera a portare il proprio contributo alla causa c’era lo stilista Sandro Ferrone, reduce dalla curiosa esperienza televisiva di “Boss in incognito”, l’avvocato generale della Corte d’Appello Antonio Marini, la presidentessa dell’associazione Stella Selene, Silvia De Mari e il manager dei sapori a km zero Angelo Mancinelli.

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