Scandalo affitti a Roma, il Comune mette sotto accusa 51 dirigenti: «Pessimi controllori»

Scandalo affitti a Roma, il Comune mette sotto accusa 51 dirigenti: «Pessimi controllori»
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 21 Aprile 2016, 09:06 - Ultimo aggiornamento: 22:39


È una lista di 51 nomi quella consegnata dal commissario del Campidoglio, Francesco Paolo Tronca, alla Procura di Roma e alla Corte dei Conti. Un lungo elenco per segnalare i dirigenti e i funzionari che, con ruoli diversi e responsabilità che la magistratura dovrà accertare, hanno gestito il patrimonio immobiliare del Comune di Roma nell'ultimo decennio. Il dossier, formalizzato nei giorni scorsi come un «inoltro di atti» ai pm, servirà per verificare le posizioni dei manager del Campidoglio sia sotto il profilo penale che contabile, dato che potrebbe profilarsi l'ipotesi di un danno erariale nei confronti dell'amministrazione. È stato lo stesso Tronca a stimare una perdita per le casse comunali di circa 100 milioni di euro l'anno.

I NOMI
Nella lista consegnata a Procura e Corte dei Conti compaiono i nomi di chi ha rivestito ruoli apicali nella gestione dei 59.466 beni di proprietà di Roma Capitale (19.068 affittati a meno di 100 euro al mese), tra case destinate all'edilizia popolare, immobili del patrimonio che in teoria dovrebbero essere messi a reddito e i locali concessi ad associazioni ed enti no-profit per attività di carattere sociale e che però, in molti casi, si sono trasformati in veri e propri negozi o circoli politici morosi. Nell'elenco compare anche il nome di Lucia Funari, l'ex assessore della giunta Alemanno, per via della sua esperienza amministrativa al vertice sia della Direzione Gestione del Patrimonio che del Dipartimento Patrimonio del Campidoglio. Ovviamente, essere inseriti nella lista presentata dall'ex prefetto di Milano, non equivale automaticamente a un'iscrizione nel registro degli indagati. Quelle del commissario sono solo «segnalazioni inoltrate» alla magistratura inquirente. Starà poi ai pm vagliare, caso per caso, le posizioni dei singoli dirigenti e funzionari citati.

«INDIFFERENZA PER GLI ABUSI»
Una cosa però è certa: secondo Tronca fino all'arrivo dell'amministrazione commissariale, la gestione del patrimonio pubblico da parte dei manager «è stata pessima». Nel corso di un discorso al Salone della Giustizia, martedì, il prefetto ha puntato il dito contro «le patologie della burocrazia capitolina», accusando «chi doveva controllare di silenzio, indifferenza e apatia». Un atteggiamento che ha permesso «a tanti cittadini senza titolo, o abusando dei titoli in essere, di approfittare indebitamente dei beni della collettività per anni». E proprio il cattivo esempio «di chi riveste ruoli pubblici ha ricadute devastanti sulla legalità, perché genera un diffuso senso di sfiducia nelle istituzioni e la percezione di immutabilità delle situazioni negative».
Considerazioni già espresse anche ai magistrati, nei colloqui riservati avuti nelle scorse settimane con il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, e con il procuratore della Corte dei Conti del Lazio Raffaele De Dominicis. Ora però, oltre a procedere con gli sgomberi (una sessantina quelli già realizzati dal subcommissario Clara Vaccaro da dicembre a oggi), secondo il commissario è venuto il momento in cui anche chi ha avuto responsabilità dirette nella gestione degli immobili comunali affittati a prezzi stracciati possa fornire le sue spiegazioni ai pm. In Procura gli inquirenti sono già al lavoro con tre indagini. Un fascicolo riguarda i criteri e le modalità di assegnazione degli immobili ed è affidato al pm Corrado Fasanelli. La seconda indagine, coordinata dal sostituto Alberto Galanti, ha messo nel mirino un migliaio di locali per i quali non sarebbe stato pagato nessun tipo di affitto. Il terzo fascicolo invece riguarda gli appartamenti ceduti a canoni irrisori ed è sotto la gestione del pm Giorgio Orano. La Corte dei Conti si sta concentrando sui locali dati in concessione.