Una cresta accettata, considerata quasi legale, come affrancare un bollo, che ha il pregio di sveltire una pratica che dovrebbe correre sulle proprie gambe anche senza spintarelle. E proprio qui sta lo schifo.
Si diceva della “pentito”: ebbene sì, un addetto, impiegato di una società di pompe funebri, rifornita dai superiori delle bustarelle pronta cassa, si è messo una mano sulla coscienza e davanti alle telecamere, incappucciato e irriconoscibile, ha raccontato del colossale giro di mazzette mortuarie, ripresa fin dallo scorso gennaio dall’inviato di Striscia la notizia Max Laudadio. Il collega Laudadio ha poi esteso la sua indagine anche altrove provando, candid camera alla mano, che anche all’ospedale sant’Eugenio, all’Eur, il metodo era serenamente applicato per ogni dolorosa dipartita che avesse bisogno del certificato di fine vita. Sentendosi braccati dai filmati che più chiari di così non si può gli impiegati sotto accusa hanno giocato d’anticipo: si sono autosospesi, sperando in una moratoria o almeno nella indulgenza che in questi casi si accompagna alla memoria labile.
Sono infiniti i casi del genere e anche peggiori in cui l’oblio ha lavato via le responsabilità e gli addetti sono rimasti imperterriti al loro posto. Valga la storia dei vigili assenteisti la notte di Capodanno di due anni fa, passata per lo più in cavalleria. Il caro estinto spremuto anche quando ha raggiunto l’aldilà dilaga anche in Sardegna: anche lì le ultime pratiche sul defunto passano attraverso tasse imposte dagli addetti alle camere mortuarie i quali si attivano solo se mossi da una ben oliata compassione. Le inchieste giudiziarie che ormai a catena svelano una corruzione dilagante non rappresentano neppure più un utile deterrente: si assiste a un insieme di odiosa arroganza e di selvaggia e famelica razzia di soldi da parte di chi detiene il potere di fornire un pubblico servizio. Come se fosse un suo negozio fa timbrare il cartellino ai colleghi, va e viene dal tavolo di lavoro e quando è allo sportello alla stretta di mano per il servizio reso si accompagna il ringraziamento in solido. Guai a generalizzare, guai a pensare che siano tutti così ma anche guai a smetterla di scandalizzarci ragionando come se si trattasse di fenomeni climatici avversi ma tenuti a bada con gli ombrelli. Un bel tema per gli aspiranti sindaci che cercano di scalare il Campidoglio. Certo, son voti anche quelli, ma è buona norma di igiene urgente rifiutarli. Sono altamente infetti.
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