Velletri, l'appello straziante a Mattarella del commercialista ucciso: ci aspettiamo una sentenza esemplare

Francesco Maria Pennacchi
di Chiara Rai
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Giovedì 24 Novembre 2016, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 16:16

“Io come madre di un figlio assassinato in un agguato bestiale ed inaudito ho diritto ad un Suo sostegno,  perché lei è il Presidente, è padre, è un uomo libero e vivo, ed ha il dovere di incontrarmi, sostenermi ed aiutarmi a trovare le risposte che cerco”. Straziante l’appello rivolto a Sergio Mattarella da Maria Isabella De Ninno, la mamma di Francesco Maria Pennacchi il commercialista accoltellato a morte al torace con un fendente lungo 35 cm da un vicino di nazionalità albanese mentre usciva dal suo studio la notte tra il 26 ed il 27 Novembre del 2015 dal quarto piano di un palazzo in via dei Volsci 71 a Velletri.

Il processo Il 25 novembre si tiene un’altra udienza del processo con rito abbreviato a carico di Prifti Lorenc di 43 anni, accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, tentato omicidio e porto abusivo di arma. Prifti è stato arrestato la notte stessa dell’omicidio, adesso si trova nel carcere di Velletri in attesa che si concluda il processo con rito abbreviato iniziato lo scorso 20 ottobre. Il Pubblico Ministero Giuseppina Corinaldesi nell'udienza che si è tenuta il 28 ottobre ha descritto minuziosamente il caso e chiesto l'ergastolo per l'assassino di Pennacchi senza le attenuanti generiche che nel caso del rito abbreviato corrisponderebbe a 30 anni. Lo scorso 11 Novembre ha parlato l'avvocato Giulia Bongiorno per la mamma di Francesco, e l'avvocato Alessandro Priori per Roberto Maria Pennacchi: i legali hanno chiesto anche l'aggravante della premeditazione, il dolo intenzionale volontario e che non gli vengano riconosciute le attenuanti generiche. “Francesco Maria è stato ucciso non durante un atto d’impeto – hanno ribadito i legali - ma intenzionalmente”. Il 25 novembre parlerà davanti al Giudice Isabella De Angelis l'avvocato di Prifti Marco Fagiolo.
 
La lettera a Mattarella Un video appello pieno di dolore e di rabbia da parte di una madre che non vive più e che adesso aspetta una pena esemplare per l’assassino di suo figlio: “Perché Lei non vuole conoscere una madre a cui è stato tolto ogni diritto? – dice  Isabella rivolgendosi al presidente della Repubblica - Lei mi deve concedere un incontro, perché sono queste le cose che fanno dell’Italia un paese libero e civile e non sconti di pena ma sostegno e certezza della pena perché sia da esempio a tutti, lei mi deve guardare negli occhi per capire l’ingiustizia che ho subìto e comprendere che tutto questo non doveva accadere”.


La minaccia un mese prima di morire La premeditazione è supportata da un episodio di circa un mese e mezzo prima. Francesco era nel suo ufficio con un cliente, bussa alla porta Prifti, chiede di abbassare la voce e minaccia di morte Francesco: “Se sento volare una mosca ti ammazzo”. Questa minaccia è stata confermata dal cliente che era con Francesco e adesso si trova agli atti. Ma il commercialista, sul momento, ha sottovalutato l’avvertimento dell’albanese e anzi in quella circostanza ha anche cercato di tranquillizzarlo.


La sera dell’omicidio Quella sera del 26 novembre 2015 la moglie e la figlia di Prifti Lorenc che lavorava come fornaio rientrano intorno alle 21.30 e si chiudono a chiave nella loro camera da letto che confina con la stanza dell'ufficio di Francesco, si addormentano e non sentiranno nulla dell’aggressione. Francesco arriva in ufficio verso le 23 con i suoi due amici per mandare delle mail e portarsi via il pc. Lorenc Prifti rientra intorno alle 23.30 dopo una cena dove tra l’altro aveva un po’ bevuto, passa davanti la porta dell'ufficio e  sente un brusio, percepisce la presenza di Francesco. Entra in casa sua, sente dei rumori e anziché mettersi a dormire, si apposta, guarda dallo spioncino e aspetta Francesco. Pochi minuti prima della mezzanotte quando Francesco e i due ragazzi escono dalla porta dell'ufficio Prifti prende dalla cucina un coltello lungo 35 cm lo nasconde nei pantaloni e si dirige verso Francesco che prova a scusarsi per il rumore arrecato sebbene non si trattasse di chissà che rumori ma di semplice chiusura della porta e qualche chiacchiera con i suoi due amici. Le scuse non sono bastate, non c’è stato neppure il tempo di far scoppiare una lite, nessuna controversia: Prifti estrae velocemente il coltello e gli infligge a una coltellata mortale alla parte destra del petto, lo trapassa fino alla schiena e gli recide l'arteria polmonare. Nessuno vede il coltello. Dopodiché Prifti viene respinto nella sua abitazione ma si tratta di pochi secondi perché l’albanese rincorre Francesco e i suoi amici nell'ascensore e li minaccia con il coltello rivolto verso Francesco e i due ragazzi. L'ascensore parte e si blocca. L'assassino si da alla fuga butta via il coltello, chiama il cognato e aspetta i carabinieri. Nessuno nel palazzo si fa avanti, nessuno corre in aiuto e Francesco muore dissanguato.

Chi era Francesco? Francesco Maria Pennacchi, 32 anni compiuti il 14 Ottobre 2015, era un dottore commercialista tra i più giovani d'Italia, arbitro di calcio a 5 in serie A. tutti lo descrivono come ragazzo brillante e pieno di vita, con valori d'altri tempi. Francesco svolgeva tre lavori, un professionista serio e stimato, consulente di oltre 100 aziende, controllo di gestione in una multinazionale a Roma,  gestore con la madre e il fratello nel ristorante di famiglia.

 

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