Colosseo, l'assessore alla Cultura: «Il Mibact non si è confrontato con noi»

Colosseo, l'assessore alla Cultura: «Il Mibact non si è confrontato con noi»
di Luca Bergamo
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Domenica 23 Aprile 2017, 09:40
Caro direttore,
Virginia Raggi, sindaca di Roma, ed io al suo fianco, abbiamo annunciato che Roma Capitale ha presentato un ricorso al TAR del Lazio chiedendo la sospensiva e poi l'annullamento del decreto con cui il MIBACT ha deciso di istituire una nuova struttura, il Parco archeologico del Colosseo e dei Fori, che crea ulteriori sovrapposizioni nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale di Roma.
La giunta comunale ha deciso di ricorrere al Tribunale perché il Ministero ha unilateralmente preso decisioni su una materia di interesse strategico per la città e la sua comunità, senza accettare di confrontarsi, come pure proposto a più riprese.
Le ragioni di sostanza e di diritto sono molte: la violazione dell'Accordo di valorizzazione firmato tra Roma e Ministero pochi anni fa; l'imposizione unilaterale e illegittima di scelte che hanno effetto su valori strategici per lo sviluppo della città e della sua comunità; l'eccesso di potere da parte del Ministero che scavalca prerogative riconosciute per legge a Roma quale capitale (e piu' in generale ai governi delle città); la centralizzazione nel Ministero di decisioni sull'uso di risorse generate da e per la città, e altro ancora.
Il Ministro Franceschini reagisce dicendo che diamo notizie false e che siamo contro l'innovazione. Fandonie. Il decreto a cui ci opponiamo dice che solo il 30% delle risorse generate dal nuovo ente andrà alla Soprintendenza di Roma e sul destino del resto deciderà il Ministero, mentre oggi l'80% resta automaticamente a Roma. E' falso che siamo contro le innovazioni. Noi abbiamo proposto innovazioni senza precedenti. Abbiamo offerto di creare un consorzio per curare insieme tutto il patrimonio culturale di Roma, non solo al centro. Solo così si evita di fare un polo di serie A (quello ricco al centro per turisti) e tanti di serie B (nel resto della città senza mezzi). Solo così si risolve una volta per tutte il conflitto, con relative lentezze e spesso arbitrarietà delle decisioni, generato dalla sovrapposizione delle tante autorità che hanno voce in tema di patrimonio culturale sul territorio di Roma.
Non siamo affatto contro l'innovazione. Al contrario, è vecchio il modello cui s'ispira la riforma del MIBACT.

IL MODELLO
Un modello che investe solo nel turismo, per poi tardivamente accorgersi che servono misure per contenerlo, quando si accorge di aver soffocato il centro di Venezia e aver seppellito di turisti mordi e fuggi quello delle città d'arte. Un modello incapace di promuovere un turismo sostenibile che vive delle tante meraviglie che punteggiano il territorio delle nostre citta, e non solo il patrimonio già noto. Un modello che si dimostra incapace di redistribuire le risorse generate dal turismo fuori dagli attrattori turistici classici. Un modello vecchio che contraddice le più moderne e importanti convenzioni e decisioni internazionali sottoscritte dall'Italia in materia di patrimonio culturale (da ultimo quelle dell'UE). Vecchio, perché chiuso nel suo dogma si dimostra incapace di stimolare la creazione di attività economiche ad alto valore aggiunto, ormai emergenti in tutta Europa. È il Ministero che non sa innovare, non la Roma di Virginia Raggi. Servono riforme profonde e coraggiose, capaci di liberare l'immenso potenziale sociale ed economico che deriva da una gestione del patrimonio culturale che lo integra nella vita civile e culturale della città, non che lo separa. Riforme che sono necessarie per consentire a Roma di mettere la sua unicità a servizio dello sviluppo del paese. Noi ci siamo. Presentando il ricorso e ripetendo, come pure abbiamo fatto oggi, l'offerta di creare una collaborazione tra istituzioni sul governo del patrimonio e in tutta la città lo dimostriamo. Il Ministero?
Luca Bergamo*
*vicesindaco
e assessore alla Cultura