​Ecco chi è Ciro, il ragazzo ferito: lavoro, fidanzata e la passione per il Napoli

​Ecco chi è Ciro, il ragazzo ferito: lavoro, fidanzata e la passione per il Napoli
di Claudia Procentese
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Domenica 4 Maggio 2014, 14:05 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 07:28
Solare, scherzoso, dal cuore buono. Ciro Esposito, il tifoso ferito ieri a Roma nel pre-partita della finale di Coppa Italia, descritto cos da tutti quelli che lo conoscono a Scampia.

Insieme ai due fratelli, Pasquale e Michele, lavora in un autolavaggio a gestione familiare nei pressi del Parco Lucrezia in via Ghisleri.



È il papà, Giovanni, aiuto infermiere presso la clinica Lourdes a San Sebastiano al Vesuvio, che, messo qualche risparmio da parte, ha aiutato i suoi ragazzi nell’avvio di quest’attività, in un quartiere che non dà prospettive di lavoro se non quelle offerte dalla malavita.



“Siamo una famiglia unita, di onesti lavoratori, non ci piace apparire, soprattutto in questo momento - spiega Pino Esposito, zio di Ciro, ex consigliere circoscrizionale -, ma non vogliamo che mio nipote passi come il camorrista di Scampia. A Roma ha subìto un vero e proprio agguato premeditato, lui che è contro la violenza, per nulla rissoso. L’ho visto venerdì che preparava i casatielli che avrebbe portato alla partita, è un ragazzo buono, di famiglia”.



Ha lasciato la scuola dopo la terza media, Ciro. Subito si è rimboccato le maniche per trovare lavoro. “Le macchine le lava lui personalmente - dice lo zio -, non ha mai disprezzato la fatica”.



Fidanzato da tempo con Simona, commessa, si parla anche di mettere su famiglia. “Noi cugini siamo molto affiatati - racconta commossa Anita Pinto -, andiamo spesso nei locali insieme. È un ragazzo divertente, sempre con la battuta pronta. Adesso preghiamo tutti per lui, deve farcela”.



Due passioni, quelle di Ciro, la sua squadra di calcio ed i viaggi, spesso unite durante le trasferte del Napoli. “È così che ha viaggiato per tutta Europa, dall’Inghilterra alla Spagna, tifosissimo ma non appartiene ad alcun gruppo organizzato” precisa lo zio. Un ragazzo che vive il quartiere, legato alla sua nonna che ora non c’è più.



“Spesso l’andava a trovare in via Hugo Pratt - ricorda Peppe Cioffi, un amico -, io abito lì vicino. È un giovane tranquillo, frequenta anche la nostra associazione ‘I pollici verdi’ che sta al parco Corto Maltese. Si passa il tempo in maniera sana, ci si diverte come in una normale comitiva. Noi adesso siamo stretti a lui e alla sua famiglia. Lo aspettiamo a Scampia”.
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