Roma, cinese morta, blitz al campo rom: indagato il macchinista del treno

Roma, cinese morta, blitz al campo rom: indagato il macchinista del treno
di Ilario Filippone e Raffaella Troili
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Martedì 13 Dicembre 2016, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 09:16

Hanno accerchiato il campo rom della vergogna, quella zona franca e disperata a ridosso dell'Ufficio Immigrati di via Patini, che è a sua volta assediato da montagne di rifiuti. Ieri, alle 15, è scattato un blitz in via Salviati, una trentina di poliziotti della Mobile hanno fatto uscire tutti dalle baracche. Un controllo messo in atto per creare pressione sull'accampamento dove si sarebbero rifugiati i tre rapinatori di Yao Zhang, la studentessa cinese travolta da un treno mentre tentava di rincorrerli. Le forze dell'ordine hanno perquisito quelle casupole, facendosi largo tra cumuli di spazzatura e analizzato i documenti, in due sono stati portati via, identificati, poi rilasciati. Verso le 11 una pattuglia dei carabinieri aveva fermato due uomini del campo a bordo di un'auto senza assicurazione. Non c'è traccia invece di un intervento di bonifica della zona - da parte dell'Ama innanzitutto, anche se ogni giorno che passa il degrado è tale che sembra diventare un'impresa - gli abitanti del campo continuano a spargere stracci, carcasse, rifiuti d'ogni genere, uno spettacolo indecoroso, un rischio igienico sanitario evidente, sotto gli occhi di tutti. E che ora dopo questa tragedia ha fatto il giro del mondo, visto che sui social si leggono commenti del tipo: «Volevo mandare a degli amici cinesi delle foto dell'area dove è successo lo scippo e dove è stato trovato il corpo. Ma mi sono vergognato. C'erano solo rifiuti».
Sul fronte delle indagini resta forte il sospetto che i tre scippatori siano all'interno del campo, per questo gli inquirenti li stanno mettendo alle strette con controlli e blitz che per ora non hanno dato frutti. L'obiettivo è spingerli a consegnare i malviventi, mentre si lavora per migliorare la qualità delle immagini delle telecamere fornite da una ditta che è in via Sansoni davanti ai binari dove è stata travolta la povera Yao. Gli spezzoni dei video mostrano due giovani arrivare di corsa da sinistra (probabilmente attraverso le sterpaglie e la rete tutta bucata hanno raggiunto la ferrovia senza passare dalla Stazione Tor Sapienza), poi un altro con in mano la borsa.

LE IMMAGINI
Poco dopo giunge Yao Zhang, ma li ha persi di vista, i tre si sono allontanati attraverso il sentiero che scende dritto verso il campo rom. La giovane resta sola sui binari, chiama il padre e gli amici, viene travolta da un treno, il suo corpo è sbalzato tra le sterpaglie e i rifiuti. Ma questo è noto. Non c'è invece nessun identificato. Mentre gli investigatori cercano di fare terra bruciata attorno al campo, il macchinista del treno che ha travolto la giovane è stato iscritto nel registro degli indagati. Oggi si svolgerà l'autopsia. Ma la verità è lontana. La comunità cinese di Roma e gli studenti cinesi hanno lanciato l'idea di un corteo, sabato pomeriggio, per ricordare Yao. «Tra Porta San Paolo alla Bocca della Verità. Un'iniziativa per ricordare Zhang e per chiedere più sicurezza a Roma. Non crediamo si tratti solo di una rapina finita male per un treno non visto. Ci aspettiamo che partecipino anche i cittadini romani e gli stranieri che vivono qui». Anche ieri mattina gli studenti dell'Accademia di Belle Arti frequentata da Yao, hanno ricordato la giovane con una cerimonia nell'istituto di via di Ripetta.

CERIMONIE E PROTESTE
Presente anche il padre della giovane. «E' vero che i padroni dei cuori sensibili non muoiono ma all'improvviso spariscono», recitava uno striscione sotto le foto della ragazza. «Lancio un appello agli studenti che sono all'estero e cercano di non far preoccupare i genitori lontani - ha detto il papà di Zhang -. Parlate con loro perché sono l'ombrello sulla vostra testa e vi proteggeranno». Gli studenti cinesi hanno raccolto in poche ore oltre 600 firme per chiedere lo spostamento dell'Ufficio Immigrati da via Patini. «Abbiamo paura di andare in quella zona per avere i permessi di soggiorno. Non è sicura. Vogliamo che siano rilasciati presso le sedi universitarie». Nel pomeriggio a Tor Sapienza un centinaio di persone radunate dai comitati di quartiere sono scese in strada per chiedere alla sindaca Raggi «più sicurezza e stop al degrado». Qualcuno inizialmente ha provato anche ad avvicinarsi al campo rom.