Cinema America, esilio finito: ritorno nel cuore di Trastevere

Cinema America, esilio finito: ritorno nel cuore di Trastevere
di Marco Pasqua
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Domenica 1 Luglio 2018, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 17:33

Quando l'ultimo spettatore è uscito dal cancello del liceo Kennedy, poco dopo mezzanotte e mezza, il camion che servirà a interrompere l'esilio del Cinema America da piazza San Cosimato è già pronto per traslocare sedie e proiettore. Un esilio, quello dell'arena più pop della Capitale, durato 29 proiezioni, ovvero 29 giorni, durante i quali circa 15mila persone (500 a serata), hanno risposto all'appuntamento lanciato dal gruppo di 22 feticisti (cit. Gemma Guerrini, consigliera M5S che così ha bollato gli amanti dei film d'essai) dell'Associazione Piccolo America. Nella notte del trasloco, dal Liceo Kennedy, che ha ospitato le proiezioni, alla piazza dove tutto ebbe inizio, quattro anni fa, c'è un pizzico di malinconia nei volti di alcuni dei giovani che fanno parte di questa associazione. Alcuni rimpiangeranno l'atmosfera più riparata, forse anche cinematografica, di quel cortile scolastico, con le alberature a dare un tocco di selvatico romanticismo.
 

 

L'ATTESA
Chi non la rimpiangerà sarà Valerio Carocci, regista e, al tempo stesso, deus ex machina - di questo evento, che, da un mese, ha strabordato anche a Ostia e alla Cervelletta, con due iniziative analoghe. «In questo cortile siamo stati benissimo racconta, mentre carica una pila di sedie sul camion ma non ho mai abbandonato l'idea di tornare in piazza San Cosimato, che è la nostra casa». Neanche quando, dopo mesi di scontri con il vice-sindaco, Luce Bergamo, Carocci annunciò di aver trovato un'intesa con la dirigente scolastica del Liceo Kennedy. «Ho sempre atteso il momento per poter riportare lo schermo nel cuore di Trastevere», ammette. Un momento che è arrivato quando, di fronte al flop del bando, il Comune ha accettato la proposta dei ragazzi dell'America di sottrarre piazza San Cosimato al degrado. Perché l'altra notte, quando gli operai smontavano lo schermo, su quella piazza c'erano i soliti sbandati e ragazzi ubriachi, padroni indiscussi della movida trasteverina. Mentre quando il cinema, gli anni passati, illuminava le notti di residenti e turisti, il degrado alcolico sembrava rimanere confinato nelle solite San Calisto (dove il Questore ha chiuso l'omonimo bar) e piazza Trilussa. «A San Cosimato c' un calore unico, speciale: siamo dentro la città, che ci vive attorno», dice Carocci per spiegare l'amore per questo luogo. Quando i ragazzi iniziano ad installare la cabina che ospiterà il proiettore sono da poco passate le sei di mattina. I primi anziani curiosi iniziano ad osservare i lavori. «Daje ragazzi, bentornati», dicono. «Ci mancavano le parole e le musiche dei vostri film», dicono altri. Decine di messaggi arrivano anche sulla pagina Facebook del Cinema.

I FAN OVER 60
Sono gli sguardi degli over 60 a descrivere al meglio lo stato d'animo dei trasteverini, rispetto alla conclusione di questo esilio forzato. La più felice di tutti sembra essere Anna Belloni, 86 anni, professoressa in pensione, che potrebbe diventare presidente onoraria in un eventuale fan club dell'arena. Durante l'ultimo mese non aveva potuto partecipare a nessuna delle proiezioni al Kennedy: i 126 scalini di via Dandolo erano troppi per lei. «Almeno adesso la sera avrò qualcosa da fare e non sarò sola», confida. «La piazza non era più la stessa, con questi giovani che si tiravano le bottiglie e i ragazzi che urlavano», commenta qualcun altro. Mentre una gru trasporta lo schermo dieci metri per cinque, dei signori si affacciano alla finestra e scattano delle foto. I ragazzi fissano i tubi e riempiono d'acqua le zavorre che serviranno a rendere stabile il maxi-schermo. Unico piccolo incidente di percorso, in questo trasloco notturno di 200 metri, l'esplosione del pallone amaranto ad elio che sovrasta gli spettatori: fatale è stato lo scontro con un albero. Federico Croce, vice di Carocci, ha coordinato le delicatissime operazioni di montaggio del proiettore: è venuto qui da Ostia, per dar man forte al team. Anche altri ragazzi dell'arena nel parco della Cervelletta sono stati precettati nel rione, che per 48 ore catalizza attenzione e sforzi del gruppo. Manca poco, ormai, alla ripartenza, al ritorno a casa. Domani sera, toccherà al regista Paolo Virzì e allo sceneggiatore Francesco Bruni (ri)battezzare lo schermo, con la proiezione di Ferie d'Agosto. Anche se dopo quattro estati di cinema, per i ragazzi dell'America (in tutto 40 quelli assunti per le tre arene) l'emozione del debutto sembra facile da metabolizzare, stavolta l'attesa è densa di aspettative. Gli occhi di Trastevere saranno puntati su quello schermo, anche se tutti sanno che un'intera città guarderà cosa sapranno fare questi feticisti capaci di colorare le notti del rione.



 

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