«Grumi di materia», bufera sull'assessore
dopo il post sul cimitero dei bimbi mai nati

«Grumi di materia», bufera sull'assessore dopo il post sul cimitero dei bimbi mai nati
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Sabato 9 Novembre 2013, 19:47
Grumi di materia che non possono essere chiamati bambino o bambina. È polemica a Roma per le parole dell'assessore alla Cultura della Regione Lazio, Lidia Ravera all'interno di un post sul blog che la scrittrice-assessore ha pubblicato sull'Huffingtonpost dopo che il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha realizzato un cimitero dei mai nati, di tutti quei figli che non sono stati dati alla luce.



Le parole della Ravera, che ha parlato anche di «donne che, poichè il corpo ha le sue insondabili leggi, non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie» e di «una delle tante crociate del superfluo», hanno innescato una serie di reazioni. Prima di tutto da parte del Vicariato che oggi, tramite un editoriale di Angelo Zema, responsabile del settimanale Roma Sette, periodico della diocesi di Roma in edicola con Avvenire, fa appello al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti perchè intervenga. «Da una donna, e da una donna che rappresenta le istituzioni - dice Zema -, non ci aspetteremmo tali affermazioni aberranti, nè silenzi assordanti di chi quell'istituzione rappresenta al vertice». Ma anche in chi qualche anno fa aveva già realizzato qualcosa di simile a Roma e cioè l'amministrazione Alemanno e in particolare l'ex vicesindaco Sveva Belviso.



Al cimitero Laurentino, infatti, è stato riservato uno spazio per il Cimitero degli Angelì nel quale, a richiesta, i genitori possono seppellire il proprio figlio mai nato. L'ex sindaco Gianni Alemanno aveva detto la sua commentando ieri le parole di Ravera spiegando che «le affermazioni offendono la sensibilità di chi crede nel valore della vita fin dal momento del concepimento. E indignano perchè a pronunciarle è un politico, a cui si richiede attenzione e prudenza nel non offendere sensibilità anche diverse dalla propria». A fargli eco anche Belviso che ha difeso le «famiglie provate da dure vicissitudini che non meritano questa derisione e furore ideologico di Ravera ma solo il rispetto di cui hanno diritto tutte le persone che compiono scelte private». Ieri anche Francesco Storace, vicepresidente del consiglio regionale del Lazio, infine, ha annunciato che «se non lo fa Zingaretti, formalizzeremo la richiesta di dimissioni di Ravera con una mozione in aula».
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