Scandalo rifiuti, Cerroni: «I politici avrebbero dovuto solo ringraziarmi»

Manlio Cerroni
di Sara Menafra
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Sabato 25 Gennaio 2014, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 17:13
Lungo interrogatorio di garanzia per Manlio Cerroni, il ras delle discariche al centro dello scandalo rifiuti: A Rutelli ho detto: ”Se tu fossi un sindaco capace, la mattina quando esco di casa io dovrei trovare due motociclisti, uno davanti e uno dietro. Così quando io li vedo gli potrei dire ”’Aoh ma voi che state a fa’” e loro mi dovrebbero rispondere: ”Niente dobbiamo controllare, il Sindaco ci ha detto che lei non deve avere incidenti, perché se si spegne questo si spegne Roma”». E da Alemanno? Una carrozza: «Gli dico ”Guarda, adesso la Regina Elisabetta ha rinnovato tutte le carrozze; fattene mandare una a Roma, ce la mandi a Malagrotta, salgo io, Giovi, Rando e ci porti in Campidoglio per dirci solo grazie». Marrazzo era, dice, un suo «amico», e Veltroni, sindaco dal 2007 al 2009 voleva sostenerlo quando propose di costruire ad Albano il gassificatore per bruciare i rfiuti della città, se non fosse stato per la sinistra.



«Mentre il Sindaco e Zingaretti sono venuti a fari spenti, Renata (Polverini ndr) viene a fari accesi con tre quattrocento operatori. Fa la cosa, si complimenta, se ne va, uno gli domanda dice ”Ma Roma andrà in crisi?” Gli rispondo io: ”Fino a che ci sono io, non andrà mai in crisi; se morirò io sì”». Parola di Manlio Cerroni, il ras delle discariche. O come dice lui, il «lupo», o, indifferentemente, il «dio», l’«astrolabio» e soprattutto, sono sempre parole sue, «sinonimo di monnezza». Nel lungo interrogatorio di garanzia, assistito dagli avvocati Bruno Assumma e Giorgio Martellino, l’avvocato racconta la sua storia, dal primo incarico di portalettere con una bicicletta ottenuta durante la guerra, nel ’46, fino all’idea di far mettere una stele a Malagrotta, aperta nell’84 e appena chiusa, per celebrare la salvezza di Roma.



La scorta e la carrozza Su questa lunga avventura conclusa con l’arresto del 9 gennaio, Cerroni fa poche ammissioni, scarica sui suoi dipendenti e soci che dice di voler difendere, «ma non se sono dei ladri o dei corruttori». E dice che la politica tutta non ha potuto far altro che ringraziarlo e stimarlo, costantemente, per quello che faceva. L’ex sindaco Francesco Rutelli avrebbe dovuto dargli una scorta, dice lui: «A Rutelli ho detto: ”Se tu fossi un sindaco capace, la mattina quando esco di casa io dovrei trovare due motociclisti, uno davanti e uno dietro. Così quando io li vedo gli potrei dire ”’Aoh ma voi che state a fa’” e loro mi dovrebbero rispondere: ”Niente dobbiamo controllare, il Sindaco ci ha detto che lei non deve avere incidenti, perché se si spegne questo si spegne Roma”». E da Alemanno? Una carrozza: «Gli dico ”Guarda, adesso la Regina Elisabetta ha rinnovato tutte le carrozze; fattene mandare una a Roma, ce la mandi a Malagrotta, salgo io, Giovi, Rando e ci porti in Campidoglio per dirci solo grazie». Marrazzo era, dice, un suo «amico», sul governatore attuale tralascia - «Su Zingaretti poi vi dirò» - e Veltroni, sindaco nel 2007 voleva sostenerlo quando propose di costruire ad Albano il gassificatore per bruciare i rfiuti della città, se non fosse stato per la sinistra: «Ma poi il sindaco Veltroni dice ”No chi lo porta questo in Consiglio Comunale? io c’ho Rifondazione”». Insomma, lo ascoltavano. E avrebbero dovuto farlo «Vice commissario, 007 con licenza di operare».



Discarica obligata Cerroni ha molta meno voglia di parlare delle contestazioni che lo vedono ai domiciliari per associazione a delinquere. Respinge le domande del gip, Massimo Battistini e del pm, Alberto Galanti, quasi punto per punto. Solo sui rifiuti destinati agli inceneritori che invece finivano nelle discariche, è costretto ad ammettere: «È vero, ma era determinato dall’assoluta necessità». Peccato, notano i magistrati che questo non abbia convinto la sua società a restituire i soldi pagati dai comuni come avrebbe dovuto. Agli atti dell’indagine c’è ora il verbale di Bruno Landi (ex presidente della Regione diventato suo dipendente) che ammette: «Sapevo che dovevamo dare indietro i soldi ai Comuni. Consigliai di farlo ma con un piano di rientro, perché sennò andavamo in rovina». Cerroni è più generico: «Mi pare uno o due Comuni ma per cifre piuttosto irrisorie, io mi sono incavolato». Smentisce persino che il suo perito abbia cancellato al computer le foto del laghetto spuntato durante gli scavi a Monti dell’Ortaccio, dove il gruppo voleva che nascesse la nuova discarica di Roma. Il professore incaricato di scrivere il progetto è stato pagato circa 120mila euro: «Sono otto o dieci incarichi direi, anche quello della moglie perché c’ha una, la compagna, adesso se non hai due o tre mogli non sei nessuno. Io invece ho la stessa dal ’47». E’ la sua storia, invece, che si appassiona a declamare, condendola di qualche citazione di Quintiliano (sbagliata). Ammirato in tutto il mondo e deciso a mettere un memoriale a Malagrotta: «Abbiamo preparato la stele che credo che mureremo, in cui diciamo che abbiamo servito Roma per trent’anni».
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