Roma, cavalli al galoppo in via del Corso: è uno spot sulla Costituzione

Roma, cavalli al galoppo in via del Corso: è uno spot sulla Costituzione
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Sabato 15 Dicembre 2018, 16:44 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 13:39
Cavalli al galoppo su via del Corso. È successo stamane poco prima delle 10 in un tratto della centralissima strada dello shopping di Roma (all'altezza di Palazzo Chigi). Per permettere la performance di quattro cavalli
nell'ambito di un documentario, gli agenti della polizia locale hanno per un breve lasso di tempo fermato il traffico delle automobili e dei bus. Diversi i romani e i turisti di passaggio che si sono fermati incuriositi ad osservare l'insolita scena, a fare foto e a chiedere informazioni. «È un documentario sulla Costituzione», ha spiegato uno dei figuranti in costume. «La libertà personale è inviolabile» e «La Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini», alcuni degli enunciati che campeggiavano sulla gualdrappa in stile medioevale indossata per l'occasione dagli animali.

La mostra. Alla Fondazione Memmo daL 16 dicembre fino al 24 marzo 2019 la mostra Conversation Piece | Part V, il nuovo appuntamento del ciclo di mostre, a cura di Marcello Smarrelli, dedicate agli artisti italiani e stranieri temporaneamente presenti a Roma. L’esposizione vede protagonisti quattro artisti: Rebecca Digne (borsista presso l’Accademia di Francia a Roma - Villa Medici), Invernomuto (Cy Twombly Italian Fellow in Visual Arts presso l’American Academy in Rome), Julian Rosefeldt (borsista presso l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo) e Marinella Senatore. In mostra opere appositamente create per l’occasione, considerate “manifesti” di poetiche e pratiche eterogenee, con i quali gli artisti designati entrano in dialogo tra di loro, con gli spazi della Fondazione Memmo e con Roma. In allegato due scatti dell'opera di Julian Rosefeldt: "La parola è sempre l’avanguardia dell’azione (monumento equestre)", 2018 Ieri hanno fatto un giro di Roma nei luoghi del potere per poi giungere alla Fondazione Memmo dove sono rimasti fino alle ore 20.00 da oggi in mostra solo le gualtrappe. SPIEGAZIONE LAVORO: Il lavoro di Julian Rosefeldt (Monaco di Baviera - Germania, 1965) è riconosciuto e apprezzato a livello internazionale per la sua ricerca sull’immagine in movimento, che si manifesta attraverso film e video meticolosamente curati e orchestrati.
In una maniera che esula dal suo tradizionale approccio, l’artista ha ideato un intervento performativo per l’inaugurazione di Conversation Piece, traendo ispirazione dall’iconografia del monumento equestre e dal concetto di autorità a esso collegato. Quattro cavalli occupano le stanze della Fondazione Memmo – il cui uso era anticamente quello di scuderie di Palazzo Ruspoli: gli animali indossano gualdrappe realizzate cucendo diverse tipologie di tessuti, su cui sono ricamati alcuni articoli della Costituzione italiana, incentrati sul concetto di uguaglianza e pari dignità della persona, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali – valori considerati come garantiti nella civiltà occidentale ma che all’improvviso oggi sono messi in dubbio dai movimenti populistici in tutto il mondo. In sella ai cavalli, la cui presenza all’inaugurazione della mostra è successivamente evocata da strutture che sorreggono le gualdrappe, non c’è traccia di cavallerizzi: un’assenza che si apre a molteplici e contrastanti letture, emblema dell’attuale vuoto di personalità in grado di rappresentare i principi espressi dagli articoli della Costituzione, ma anche ipotetico riferimento all’impossibilità di “domare” e sottomettere norme civiche inalienabili. Assieme all’evidente carica politica, La parola è sempre l’avanguardia dell’azione (monumento equestre) manifesta anche sottili riferimenti alla storia dell’arte, che vanno dai monumenti equestri dell’antichità ai cavalli vivi esposti da Jannis Kounellis nel 1969 presso la galleria L’Attico di Roma, passando per il celebre Guidoriccio da Fogliano ritratto da Simone Martini.
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