Roma, l'ex villa dei Casamonica rinasce e torna ai cittadini: via alla gara

Roma, l'ex villa dei Casamonica rinasce e torna ai cittadini: via alla gara
di Raffaella Troili
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Domenica 23 Aprile 2017, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 15:33

Via Roccabernarda 14, Romanina, i vigilantes privati presidiano dal 21 febbraio la villa sequestrata a Giuseppe Casamonica (il clan di solito distrugge quanto viene confiscato), la Regione non perde tempo e pubblica sul sito, nella pagina dell'Osservatorio per la sicurezza e la legalità, il bando per l'assegnazione in concessione in uso a titolo gratuito per nove anni della lussuosa villa. Due piani, superficie totale lorda di mq 600, un milione e 40mila euro il valore stimato, confiscata ai Casamonica il 21 febbraio. Diventerà un luogo di inclusione sociale. Una sfida, perché siamo nel cuore del clan di ex nomadi che si è stanziato in città e fatto strada a suon di spaccio, usura, pestaggi, truffe, estorsioni, legami con la ndrangheta e affari con la camorra. E ancora perché il proprietario, prima dello sfratto si era spostato nella villa a fianco, lasciando dentro i nipoti, perché tutta la zona è stata finora una roccaforte inespugnabile, come certi punti di Quadraro, Mandrione, Morena.
Il bando regionale scadrà il 15 maggio ed è rivolto alle associazioni del volontariato, alle cooperative e alle associazioni di promozione sociale e alle associazioni di protezione ambientale. «Ebbene - spiega ottimista Gianpiero Cioffredi, presidente dell'Osservatorio legalità e sicurezza della Regione - sono in programma due visite alla villa, il 27 aprile e il 4 maggio. Per la prima data già si sono prenotate una quindicina di associazioni. Lanciamo l'appello a tutto il terzo settore affinché sconfiggano la paura e partecipino in tanti al bando per l'utilizzo sociale di un immobile confiscato ad un clan che a Roma si caratterizza per il suo forte potere di intimidazione. Più domande arriveranno, più dimostreremo che insieme possiamo liberare Roma dai sodalizi criminali e dai loro affari illeciti».

 

IL MENÙ DELLA SERA
La villa si trova di fronte all'altra, sequestrata anni fa e devastata dai Casamonica prima di andarsene. Una delle tante che spiccano per sfarzo, palme, piscine, bagni con i rubinetti d'oro, capitelli ionici, facciate sfarzose e kitsch. Al momento della confisca da parte del commissariato Romanina, chi era presente ricorda ancora le tante scatole di champagne sparse in casa come fossero libri, la lista del menù della sera, a base di ostriche, fasolari, scampi, tartufi, salmone, scampi, spigola, tartare. E il letto a baldacchino, le statue, i marmi, i vasi pregiati.
«Difficile, fino a 21 anni fa, immaginare che le ricchezze delle mafie potessero trasformarsi in opportunità di lavoro, in luoghi di stimolo alla partecipazione civile, in strumenti di cambiamento - fa sapere la Regione - Dietro c'è l'intuizione di un grande siciliano, Pio La Torre, ucciso dalla mafia il 30 aprile del 1982 con il suo autista Rosario Di Salvo, che capì l'importanza di colpire le ricchezze mafiose sotto il profilo patrimoniale e insieme all'allora ministro dell'Interno Virginio Rognoni ispirò la prima legge sulla confisca dei beni. Il passo successivo fu nel 96 l'approvazione della legge 109 sul riutilizzo sociale di quei beni per cui Libera si impegnò con la raccolta di oltre un milione di firme».
«Con questo bando - aggiunge Rita Visini, assessore regionale alle Politiche sociali - costruiamo insieme la possibilità concreta di trasformare un bene simbolo del potere criminale sul territorio da intoccabile a patrimonio comune». E il presidente della Regione Nicola Zingaretti twitta: «Bando per restituire a cittadini ex Villa Casamonica a Roma. Perché legalità significa lavoro, welfare e libertà, perché si può cambiare».