Roma, cancellava le multe di parenti e amici: vigilessa alla sbarra

Roma, cancellava le multe di parenti e amici: vigilessa alla sbarra
di Adelaide Pierucci
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Giovedì 12 Maggio 2016, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 11:33

Nascondeva in un cassetto dell'ufficio le multe di parenti, vicini di casa e amici degli amici. E' lo stratagemma che avrebbe escogitato per mesi Luana C., una vigilessa in servizio presso il XIII gruppo Aurelio, accusata dalla procura di aver fatto cancellare nel 2013 le contravvenzioni stradali di 29 persone con le quali l'agente avrebbe avuto rapporti quasi tutti diretti. Così l'addetta al “Reparto Elaborazione Sanzionatorio” si è ritrovata a processo con l'accusa di abuso d'ufficio.
Il metodo ideato dall'imputata per dare una mano ai conoscenti, secondo l'accusa, era evitare che i loro ricorsi arrivassero in Prefettura entro i sessanta giorni dal momento della presentazione, facendoli ritenere, automaticamente, tutti accolti. Pratiche che appunto - secondo quanto ricostruito dal sostituto procuratore Laura Condemi - sarebbero spettate proprio al suo ufficio, quello del reparto sanzioni. La stranezza, però, era stata segnalata proprio dai colleghi che avevano trovato in un cassetto troppe multe dimenticate. Ventinove: secondo l'accusa, tutte riconducibili al giro di conoscenze della vigilessa.
 
LE IMPUTAZIONI
«Con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso», ha scritto il pm, «nella qualità di istruttore di polizia municipale in servizio presso il XIII Gruppo Aurelio, nello svolgimento di responsabile dell'attività istruttoria delle pratiche d'ufficio svolte nel Reparto Elaborazione Sanzionatorio, ha violato sia gli obblighi di lealtà correttezza e trasparenza incombenti sui pubblici ufficiali sia le prescrizioni del Codice della Strada, che prevede che il responsabile del comando cui appartiene l'organo accertatore trasmetta gli atti al prefetto nel termine di 60 giorni dal deposito o dal ricevimento del ricorso». In caso di mancato rispetto del termine infatti il ricorso si ritiene accolto («trattandosi appunto di un termine perentorio», ha sottolineato il pm nel capo di imputazione). La vigilessa invece avrebbe «omesso di trasmettere al Prefetto entro il termine gli atti relativi ai 29 ricorsi, procurando intenzionalmente agli autori della violazione un vantaggio patrimoniale, consistente nel mancato pagamento della sanzione amministrativa, in assenza di qualsivoglia valutazione sulla fondatezza dell'accertamento». Secondo una prima ipotesi dell'accusa la vigilessa avrebbe addirittura abbozzato i ricorsi per poi lasciarli depositati in un cassetto. Tra le multe, così decadute, sorpassi azzardati, divieti di sosta, passaggi col rosso, parcheggi in doppia fila. Multe tra i 40 e gli 80 euro. Il legale della vigilessa, l'avvocato Massimo Biffa, è certo di provare l'innocenza della sua assistita in fase di processo: «Quelle multe non erano di sua pertinenza».