Roma, Corte europea sospende sgombero del camping River: «Trovare alloggi alternativi». Salvini: «Mancava buonismo Ue»

Roma, Corte europea sospende sgombero del camping River: «Trovare alloggi alternativi»
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Martedì 24 Luglio 2018, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 08:12

La Corte europea sospende lo smantellamento del campo nomadi, dove vivono da anni 300 rom con diversi bambini. Prima delle ruspe servono alloggi alternativi. Ma già ieri il Campidoglio aveva annunciato che la baraccopoli del Camping River, che avrebbe dovuto essere sgomberata a ore, «di sicuro non sarà chiusa prima del vertice al Viminale», previsto per domani. Un faccia a faccia tra sindaco di Roma e ministro dell'Interno carico di tensioni.  

La Corte per i Diritti dell'Uomo che ha sospeso lo sgombero del Camping River fino al 27 luglio chiede alle istituzioni di indicare le soluzioni alloggiative alternative al campo. Il Campidoglio sta già producendo tutta la documentazione «in cui - fa sapere - si certificano le numerose e reiterate offerte alloggiative, di inclusione abitativa e lavorativa, fatte a tutti gli abitanti».

 



«Ci mancava il buonismo della Corte europea per i diritti dei Rom», commenta il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini su Twitter.

La decisione della Corte, divulgata dall'associazione 21 Luglio e confermata dal Campidoglio, arriva in seguito al ricorso di tre abitanti del campo supportati dalla stessa. Lo sgombero definitivo del campo era atteso dopo un'ordinanza sindacale, ma già in passato erano state avviate alcune azioni per liberare l'area tra cui la rimozione dei moduli abitativi comunali, che aveva suscitato diverse polemiche. Lo sgombero, sottolinea la 21 luglio, «era previsto per oggi, ovvero 48 ore dopo la notifica agli abitanti dell'ordinanza firmata dalla sindaca Raggi». Ma, come ricorda il presidente Carlo Stasolla, «era già iniziata, dal 21 giugno, la distruzione di 50 moduli abitativi di proprietà del Comune. Una soluzione lesiva dei diritti degli abitanti, che però non si sono allontanati dal campo».

«Le tre persone rom ricorrenti, hanno vissuto per alcuni anni nell'insediamento di Camping River in cui attualmente risiedono circa 300 persone, esclusivamente rom, segregate su base etnica e i cui diritti umani sono stati ripetutamente violati», sottolinea la 21 luglio che «accoglie con grande soddisfazione la decisione della Corte Europea e auspica che il Comune di Roma possa coglierne l'importanza per una profonda revisione del “Piano rom” e per avviare una rinnovata e genuina consultazione con le persone dell'insediamento».

 
 


«La Corte europea dei diritti dell'uomo ha adottato misure ad interim, provvisorie, in questo caso nelle more dello sgombero del Camping River. La Corte, nel sospendere lo sgombero, chiede delucidazioni al Governo italiano in merito alle misure abitative alternative proposte ai residenti del River - spiega l'avvocato dell'associazione 21 Luglio, Aurora Sordini - La preoccupazione della Corte, in pratica, è che gli abitanti del Camping River non restino per strada, anche perché noi abbiamo invocato gli articoli 8 e 3 della convezione europea dei diritti dell'uomo che riguardano il rispetto della vita privata e familiare e il divieto di trattamenti inumani e degradanti. Questa misura è stata comunicata ieri sera». 

Il Campidoglio, da parte sua, «sta offrendo da oltre un anno ai residenti del Camping River un ampio ventaglio di possibilità e strumenti - fa sapere -: dal sostegno alla ricerca di una casa e di un lavoro ai rientri (nei paesi di origine, ndr) volontari assistiti. La possibilità di accedere a queste misure è stata estesa in via straordinaria fino al 30 settembre, cioè anche successivamente alla data di scadenza dell'ordinanza sindacale, con l'obiettivo di assicurare una costante tutela dei diritti umani». 

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