Possibile anche un intervento diretto del Governo sul tema: tra i rumors che circolano è che Palazzo Chigi possa dichiarare lo stato di calamità, con ripercussioni a cascata su tutto il settore. L'incontro alla sede dell'autorità di bacino è fissato alle 14.30: si tratta di una riunione dell'osservatorio permanente sugli usi idrici dell'Appennino centrale, già prevista, ma particolarmente atteso vista la crisi idrica in corso. Il ministro Galletti potrebbe arrivare dopo l'audizione in programma. Una soluzione per evitare il razionamento dell'acqua nella capitale si attende comunque entro venerdì, quando è previsto l'inizio della sospensione dei prelievi dal lago di Bracciano, ordinata dalla Regione Lazio fino a fine anno.
Per arginare la carenza di acqua, intanto, gli albergatori corrono ai ripari. «Al momento ci stiamo organizzando con convenzioni con autobotti che forniranno acqua ad alberghi che sono muniti di vasche di accumulo, ma non si può pensare che si possa andare avanti per molto: ci sono standard alti di igiene e di sicurezza che devono essere rispettati e senza acqua questo non è possibile». È quanto afferma Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, esprimendo «seria preoccupazione per la grave situazione idrica romana» che potrebbe portare a gravi danni economici e non solo. «Il rischio per ristoratori ed albergatori è quello di dover chiudere, mandare via i clienti e cancellare le prenotazioni - spiega Roscioli - perché senza acqua, ribadisco, con le autobotti, non si può andare avanti troppo a lungo, non ci sarebbero le condizioni per poter garantire il giusto livello di igiene, pulizia e sicurezza».
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