Campidoglio: «Le monete tirate nelle fontane sono di proprietà del Comune»

Campidoglio: «Le monete tirate nelle fontane sono di proprietà del Comune»
di Laura Larcan
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Sabato 17 Ottobre 2015, 03:46 - Ultimo aggiornamento: 10:40
Quando si dice raschiare il fondo del barile. Motivetto di prosaica tradizione che in queste ore sembra però animare lo spirito “manageriale” del Campidoglio. Già perché, l'amministrazione capitolina, in questi ultimi tempi di crisi, punta proprio a fare cassa con le monetine lanciate nelle fontane di Roma. Nessuna boutade, perché sui tavoli della giunta è arrivato ieri il testo della delibera predisposto dalla Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali che punta, nero su bianco, a «essere l'esclusiva e legittima destinataria ed accipiens delle monete lanciate negli invasi delle fontane storico-artistiche di Roma Capitale». Il provvedimento esprime la «manifestazione di volontà dell'amministrazione» ad entrare in possesso dei soldi lasciati da turisti e visitatori in generale in una ventina di fontane di importanza storico-artistica della città.

LE VASCHE D'ORO

Il provvedimento, affrontato ieri nella seconda riunione dell'esecutivo capitolino dopo le dimissioni del sindaco Ignazio Marino, coinvolge le fontane delle piazze di Spagna, Navona, Barberini, della Rotonda, del Popolo, Colonna, Santa Maria in Trastevere, Mattei, Esedra, dell'Acqua Paola (il più noto Fontanone), del Quirinale, Madonna ai Monti, Santa Maria Maggiore e via del Babuino. Fontana di Trevi al momento dovrebbe seguire un regolamento a parte, mantenendo l'esclusivo rapporto con la Caritas. Le monetine che dal 3 novembre, giorno di riapertura dopo il restauro durato un anno e mezzo, i turisti torneranno a lanciare nella grande vasca della Dolce Vita, saranno «esclusiva proprietà» del Comune. «Ma con l'accordo di essere versate alla Caritas», dicono dall'Assessorato alla Cultura. Business non da poco, quel rito propiziatorio per un ritorno nella Città eterna, visto che la media annuale di soldi “pescati” ammonta a circa 1 milione di euro. La Sovrintendenza capitolina punta, così, a mettere a reddito il «rito beneaugurale del lancio di monetine», fenomeno sempre più in crescita che potrebbe, ora, far fronte «all'insufficienza delle risorse previste in Bilancio per lo svolgimento delle attività di gestione del patrimonio». Inoltre, le monetine lanciate nelle fontane rappresentano «beni abbandonati dai singoli proprietari». Non fa una grinza.

I CARTELLI

Il provvedimento urgente, da chiudere negli ultimi giorni del mandato in scadenza il 2 novembre, prevede allora di affidare agli uffici della Sovrintendenza lo svolgimento delle attività, con l'installazione nei pressi delle fontane interessate dalla delibera (dalla Barcaccia alla fontana dei Fiumi, a quella del Tritone, per intenderci) cartelloni che avvisano che «il lancio delle monetine è da considerarsi atto devoluto in favore di Roma Capitale». Sempre sui cartelli sarà messo in evidenza il reato penale in caso di furto. Sempre il personale di Palazzo Lovatelli emanerà gli atti per la “pesca” delle monete, che saranno “insacchettate”, pulite, contate e versate alla Tesoreria.

Simone Canettieri