Camion bar a Roma, scontro nel M5S: «Pronta una norma salva-Tredicine»

Camion bar a Roma, scontro nel M5S: «Pronta una norma salva-Tredicine»
di Fabio Rossi
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Lunedì 24 Ottobre 2016, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 13:34
La lobby dei camion bar spacca ancora una volta la maggioranza capitolina. Pietra del contendere è la liberalizzazione del commercio ambulante, prevista dalla direttiva Bolkestein, che azzererebbe le concessioni dei posteggi per il commercio ambulante su aree pubbliche: una riforma che interessa anche i camion bar, dove a Roma c'è una sorta di monopolio degli operatori della famiglia Tredicine. Contro la Bolkestein il Movimento 5 stelle ha più volte manifestato, a livello nazionale, paventando «un colpo mortale per la situazione economica di migliaia di famiglie», visto che le attuali concessioni, in scadenza tra il 2017 e il 2020, dovranno essere poi messe a gara, senza priorità per chi occupa attualmente le posizioni. Ma ora questa posizione pro-ambulanti rischia di spaccare i pentastellati in Campidoglio, con l'assessore allo sviluppo economico che spinge per una riorganizzazione del settore, suoerando il vecchhio monopolio, e il gruppo consiliare che frena. La riedizione di un film già visto ai tempi dell'amministrazione di Ignazio Marino, quando la giunta approvò un sostanzioso aumento delle tariffe per l'occupazione di suolo pubblico e la maggioranza, allora a trazione Pd, lo annacquò notevolmente in aula Giulio Cesare.

IL DOCUMENTO
La sfida, a due anni e mezzo di distanza, torna tra i banchi del consiglio. All'ordine del giorno della seduta di domani dell'assemblea capitolina è inserita una mozione, inizialmente presentata da Ignazio Cozzoli (gruppo misto), che impegna tra l'altro la sindaca e la sua giunta «ad attivarsi presso il Governo al fine di ottenere la proroga delle concessioni dei posteggi su aree pubbliche fino all'anno 2020», e a fare pressione affinché vengano esclusi dall'applicazione della direttiva europea «gli operatori ambulanti e le microimprese operanti nel settore del commercio su aree pubbliche». Sul documento è poi confluito il gruppo dei Cinque stelle, con una mozione molto simile preparata dal presidente della commissione commercio, Andrea Coia, il cui voto probabilmente slitterà a giovedì.

LE POSIZIONI
Il Movimento 5 stelle, come setto, si è schierato contro la Bolkestein, e il gruppo capitolino segue tendenzialmente la stessa linea. «Recepiremo la mozione, cercando di fare leva su Governo e Regione per avere tempi più lunghi - spiega Adriano Meloni, assessore capitolino allo sviluppo economico - Ma Roma fa caso a parte perché ci sono alcune famiglie, non solo quella dei Tredicine, che controllano centinaia di licenze: quindi, in questo caso, non si tratta di microimprenditori». Meloni ha già avviato il suo piano di lavoro: «Stiamo identificando le postazioni che vanno in contrasto con il Codice della strada, affidandoci ai vigili urbani, o con le condizioni di decoro, con il parere della Sovrintendenza, e che quindi non possono restare il quel luogo e vanno spostate». Una posizione riformatrice, quella di Meloni, che tra i pentastellati trova alcune sponde, a partire dal vice presidente del consiglio comunale Enrico Stefàno, ma che è parzialmente in contrasto con la linea ufficiale M5S, portata invece avanti con decisione dal presidente della commissione commercio. Nei prossimi giorni, a Palazzo Senatorio, bisognerà trovare un punto di mediazione su un tema storicamente molto caldo, nella Capitale.

IL DIBATTITO
«L'applicazione della Bolkestein, se fatta in modo intelligente, può essere un'occasione per la riorganizzazione del settore - commenta Marta Leonori, ex assessore alle attività produttive nella giunta di Ignazio Marino - Questo permetterà anche l'applicazione del codice dei Beni culturali e di quello della Strada». Inoltre, aggiunge Leonori, «sarà l'occasione per chiedere agli operatori di adottare un banco tipo nel centro storico, ma anche nelle zone periferiche». L'ex assessore aveva svolto un lavoro di ricognizione di tutte le concessioni attive a Roma, «in vista di un piano di riorganizzazione che poi si è arenato, ma quei dati sono ancora nei cassetti, a disposizione di chi volesse utilizzarli». Secondo Cozzoli, comunque, «con questa mozione si interviene a tutela di centinaia di padri di famiglia che lavorano come ambulanti: per le situazioni più grandi, come quelle di chi controlla tante licenze, lo strumento di regolazione sono i bandi e le gare che l'amministrazione deve fare volta per volta».
 
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