Bus, prendi la multa e scappa: senza bancomat nessuno paga

Bus, prendi la multa e scappa: senza bancomat nessuno paga
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 15 Ottobre 2018, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 11:56
Quando il bancomat fa miracoli: se il congegno è a bordo del bus, l'Atac riesce a incassare fino al 27% delle sanzioni staccate dai controllori. Se non c'è, invece, la partecipata dei trasporti difficilmente riesce a vedere un centesimo. Della serie, prendi la multa e scappa. Lo dicono i numeri: solo il 2% delle contravvenzioni viene saldata una volta passati i primi 5 giorni, quando l'importo del verbale è dimezzato, da 100 a 50 euro. Ecco perché ora la società del Campidoglio è pronta a triplicare o quasi i pos, i bancomat portatili insomma: a luglio ai verificatori sono stati distribuiti i primi 18 dispositivi, entro fine ottobre ne arriveranno altri 32.

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I risultati, del resto, mostrano che la possibilità di pagare subito aiuta eccome le malridotte casse del colosso dei trasporti romani, appesantito da un fardello di 1,3 miliardi di debiti, ora sotto concordato.
Da quando i bancomat tascabili sono saliti sui bus, la percentuale di pagamento nei primi cinque giorni è schizzata dal 20% al 27% delle sanzioni, in numeri assoluti l'aumento è del 35%. Sulla scorta di questi dati, l'azienda conta di incamerare solo dalle multe 2,5 milioni di euro nel 2018 (+ 25% rispetto al 2017) e l'obiettivo è superare di un buon margine i 3 milioni nel 2019.
Ovviamente la tecnologia da sola non basta. L'Atac, oltre 11mila dipendenti, fino a un anno fa aveva appena 160 controllori, anche per la mole di lavoratori che, con un certificato medico in tasca, si dichiarava «inidonea» alle mansioni più faticose. Ora gli «inidonei» sono passati da 317 a 226 (è bastato rifare le visite...), mentre i verificatori sono già più di 200 e nel 2019 si dovrebbe arrivare a 252. Sarà un caso, ma nei primi 9 mesi dell'anno, i passeggeri controllati sono cresciuti dell'8,5% e le sanzioni staccate sono aumentate del 9%.
L'evasione dei biglietti è una delle piaghe storiche dei trasporti pubblici di Roma, produce ogni anno un danno da 90 milioni di euro, così ha calcolato l'Agenzia di controllo sulla qualità dei servizi. Il 35% dei passeggeri sale a bordo senza mettere mano al portafogli. Servono controllori quindi, oltre ai bancomat.
L'anno scorso la municipalizzata ha staccato 147.744 multe, più del 2016 (erano state 129.504), ma molto meno di quanto si dovrà ottenere nei prossimi anni. L'obiettivo fissato dal presidente e ad Paolo Simioni è arrivare nel 2019 a 256 mila verbali l'anno - quasi 110 mila in più rispetto al 2017 - così c'è scritto nel piano che ha ottenuto il via libera del Tribunale fallimentare a fine luglio.

I NUOVI TORNELLI
Oltre alla caccia ai portoghesi, la società comunale punta sul ritorno del bigliettaio sul bus. Non è un'operazione nostalgia, ma un modo molto pragmatico di fare cassa. La sperimentazione è partita in estate, nelle tre linee dove sono stati montati i tornelli sul bus (il 669, che collega Marconi a Tor Marancia, il 51, che va da San Giovanni a via del Corso, e il 62, dal Vaticano alla stazione Tiburtina). Chi si scorda il biglietto e decide di comprarlo solo una volta salito sulla navetta, dovrà però pagare di più: 2 euro anziché un euro e 50 centesimi. Sempre meglio di una multa.
 
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