Roma, Colombo e strade killer: un morto su 3 per le buche

Roma, Colombo e strade killer: un morto su 3 per le buche
di Laura Bogliolo
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Lunedì 18 Giugno 2018, 07:38 - Ultimo aggiornamento: 09:32
Manutenzione dell'asfalto al palo e le vittime sulle strade aumentano. Noemi Carrozza, 20 anni, campionessa di nuoto sincronizzato, ha perso la vita venerdì, a bordo della sua moto mentre percorreva la Cristoforo Colombo, l'arteria che resta in cima alla lista delle strade più pericolose di Roma. Lo dicono i dati Aci-Istat, lo dicono i rapporti dei vigili, eppure la via che collega Ostia con l'Eur è ancora devastata da buche, asfalto sollevato da radici, alberi e vegetazione non potati. Un terzo delle morti su strada dopotutto è causato dal manto stradale dissestato. «Circa il 30% degli incidenti è provocato da problemi di manutenzione» fa sapere Patrizia Quaresima, segretaria romana dell'Associazione italiana familiari e vittime della strada. Vent'anni fa ha perso suo figlio Andrea, 16 anni, in un incidente su viale Regina Margherita. Da quel giorno non ha mai smesso di dedicarsi alla sicurezza stradale.

I PERICOLI
«Buche, allagamenti, ma anche le foglie sulle strade di Roma sono un enorme pericolo - aggiunge Quaresima - la manutenzione stradale è fondamentale soprattutto d'inverno, ma da sempre Roma ha molti problemi su questo tema». Da vent'anni, dice Quaresima, ci sono criticità. Criticità che si sono accentuate con la nevicata del 26 febbraio. Nelle prime due settimane di marzo furono 2.000 gli interventi dei vigili per l'apertura di crateri che in parte sono stati solo rattoppati. In cima alla lista delle strade più danneggiate la Prenestina, seguita dalla Tuscolana, dalla Casilina e dalla Colombo. Sempre lei, la strada killer, la Colombo: contro la pericolosità dell'arteria il Comune ha imposto limiti di velocità (30 e 50 km/h) e rifatto solo alcuni tratti. Permane però una grossa falla nel sistema di gestione degli 800 chilometri di strade di grande viabilità, ossia i lavori per la manutenzione straordinaria. Sulla Colombo ad esempio restano le radici che sollevano l'asfalto e la vegetazione cresciuta a dismisura che impedisce di vedere bene la strada. Nell'elenco delle vie più pericolose ci sono anche la Casilina, la Tiburtina, la Cassia e via di Torrevecchia che a marzo un tecnico di Roma Servizi per la Mobilità definì «la strada più pericolosa di Roma». Sull'Aurelia e sulla Salaria, poi, da tempo resta il limite dei 30 km/h. Per il Codacons è l'Ardeatina la strada per la quale sono state presentate più richieste di risarcimento per danni causati dalle voragini. Infine, secondo Aci, i tratti più pericolosi per le due ruote si trovano su Cassia, Ostiense, Appia, Tiburtina e Casilina.

I LAVORI
Quella di Noemi, insomma, sembra essere sempre di più una morte annunciata, anche se sarà di fatto la magistratura a stabilire le cause dell'incidente. Ci è voluto più di un anno dopotutto per far partire l'appalto per la manutenzione ordinaria delle strade di competenza Comunale. Si dovrà invece aspettare chissà quanto per la manutenzione straordinaria, il rifacimento totale delle strade, l'unica opera che può realmente restituire sicurezza alle strade.
«Dei 90 lavori di manutenzione sulle strade di Grande viabilità, oltre 40 sono terminati o in corso - fa sapere l'assessorato ai Lavori Pubblici del Comune - Alcuni grandi appalti di manutenzione straordinaria partiranno nei prossimi mesi». Si parla di interventi su Nomentana, Ostiense, Aurelia e a Tor Bella Monaca.
 
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