Roma, buche al Giro: Campidoglio sotto tiro per le riparazioni inutili

Roma, buche al Giro: Campidoglio sotto tiro per le riparazioni inutili
di Michela Allegri
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 30 Maggio 2018, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 15:18
ROMA La partenza era prevista per le 16 di domenica. E fino a due ore prima, gli operai ingaggiati all’ultimo minuto dal Campidoglio cercavano di rattoppare alla meglio le strade della Capitale. Il risultato? Il bitume spalmato sulle buche di Roma si è sgretolato al passaggio dei ciclisti e il Giro d’Italia si è concluso in anticipo, perché il percorso era diventato impraticabile. Una figuraccia in mondovisione, andata in onda in 192 paesi, su cui ora interviene la Corte dei conti. Il pm Ugo Montella ha incaricato la Finanza di acquisire la documentazione relativa agli ultimi interventi effettuati sulle strade capitoline e capire quanti soldi pubblici siano stati sprecati dai tecnici del Campidoglio.

I RITARDI
Perché, a quanto pare, nonostante il comune di Roma stesse lavorando alla tappa del Giro da un anno, sulla questione «buche» sarebbe intervenuto con molto ritardo. E, soprattutto, avrebbe speso soldi per interventi insufficienti o addirittura inutili. I pochi cantieri sono partiti solo una settimana fa e i lavori di rattoppo sono andati avanti fino a poche ore prima della partenza. 

L’accertamento si inserisce all’interno di un capitolo più ampio che riguarda la condizione disastrata delle strade della Capitale e il ritardo nell’assegnazione degli appalti. In effetti, sia per piazza Venezia che per via IV Novembre, dove i ciclisti si sono imbattuti in dossi, sanpietrini fuori posto e asfalto sconnesso, i fondi per la manutenzione sono stati stanziati tre anni fa. Gli interventi fanno parte dei lavori per il Giubileo della Misericordia. Le gare, però, non sono ancora state assegnate. Sono rimaste incagliate nella macchina della burocrazia capitolina, inceppata dopo l’inchiesta che, alla fine del 2015, aveva travolto il dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana, scoperchiando un giro di mazzette per pilotare gli appalti.

Anche l’inchiesta contabile punta allo stesso dipartimento e ai municipi. Riguarda l’intera rete stradale di Roma: 8.800 chilometri che si snodano tra crateri e voragini. I magistrati vogliono ricostruire l’iter delle gare degli ultimi cinque anni, per fare un quadro di stanziamenti, fondi spesi e lavori effettivamente eseguiti. Nel mirino anche i risarcimenti agli automobilisti e ai centauri pagati da Assicurazioni di Roma. Le buche e le radici che spaccano l’asfalto, tra sospensioni saltate e incidenti, sono costati al Campidoglio 3.980 richieste di risarcimento nel 2015, 3.920 l’anno seguente e 3.975 nel 2017. Negli ultimi mesi si contano quasi 90 casi al giorno. Ora, al maxi fascicolo, si aggiunge anche il capitolo sul Giro d’Italia. Intanto, a breve, il pm Montella firmerà l’atto di citazione in giudizio dei 16 dipendenti del Comune che, tra il 2012 e il 2014, hanno intascato tangenti per 450mila euro per pilotare interventi da 14 milioni.

IL CAMPIDOGLIO
Nel frattempo, anche la sindaca Virginia Raggi ha chiesto chiarimenti: gli uffici del dipartimento Lavori pubblici dovranno presentarle una relazione sui cantieri del Giro, elencando sopralluoghi - avvenuti solo due settimane fa - e la tempistica dei lavori, ultimati, alla meglio, solo due ore prima che partisse la gara.
© RIPRODUZIONE RISERVATA