Frascati, briscola vieteta per le parolacce, il vescovo assolve gli anziani: «Però devono pentirsi»

Frascati, briscola vieteta per le parolacce, il vescovo assolve gli anziani: «Però devono pentirsi»
di Luigi Jovino
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Martedì 1 Maggio 2018, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 23:34

Un asso di coppe e una parolaccia, un tre di bastoni e una bestemmia. Così tante che al centro anziani di Frascati hanno dovuto prendere provvedimenti: da oggi il gioco delle carte è sospeso per un mese. Le parole di troppo dei vecchietti diventano un caso, interviene persino la chiesa. Li assolvo, dice il vescovo di Frascati, monsignor Raffaello Martinelli, e invita i fedeli a riscoprire il valore del silenzio. Intanto il Comune ha studiato un regolamento da imporre ai quattro centro anziani del Comune: fuori i maleducati, tutti coloro che non si comportano in modo rispettoso e non tengono a freno la lingua.

IL MONITO
«La Chiesa assolve i bestemmiatori, sempre che si siano pentiti del peccato commesso», spiega il vescovo. «Chi è abituato ad usare epiteti e parolacce manca di rispetto alla comunità sociale in cui è inserito. Inviterò i fedeli ad una riflessione sul significato della parola». Monsignor Martinelli non esprime nessun giudizio sulla decisione del comitato direttivo del centro anziani di via Matteotti - frequentato da 500 persone - che ha imposto lo stop al gioco delle carte per punire chi esagera con le parolacce e disturba chi abita lì vicino. Le urla e le bestemmie - dicono i dirigenti - si sentono fino ai piani alti del condominio e molti inquilini si sono lamentati. D'estate poi i vecchietti giocano nei giardini e le parolacce volano ovunque.

Per monsignor Raffaello Martinelli, che è stato stretto collaboratore del papa emerito Benedetto XVI, a servizio della Congregazione per la Dottrina della Fede giudica, questa vicenda dice molto dei tempi che viviamo. «Frutto di un atteggiamento ampiamente diffuso che spesso nega alla parola il significato attribuitole da Dio». Troppo si parla e poco si medita su quello che si dice, tutti in fuga dal silenzio. «Mi alzo alle cinque di mattina - continua monsignor Martinelli - e sono felice quanto osservo centinaia di persone impegnate a fare running nei parchi pubblici o sulla strada che porta al Tuscolo. Mi rammarico però perché vedo tanta gente con le cuffie nelle orecchie che rinunciano ai suoni del vento, dell'erba e della natura. Le persone non sono più abituate al silenzio che è la condizione stimolante della parola, intesa come strumento di comunicazione dei sentimenti e del rispetto verso gli altri». Al tradizionale pellegrinaggio, partito a mezzanotte di ieri, da Frascati e diretto al Santuario del Divino Amore, monsignor Martinelli ha invitato i fedeli ad ascoltare il silenzio della notte per poi meditare sulle parole di fede.
Intanto il Comune - irritato dal clamore della vicenda - vuole mettere fine a ogni polemica ma anche zittire i bestemmiatori. «Nei prossimi giorni - dice Alessia De Carli, assessore ai Servizi Sociali del comune di Frascati - convocheremo i presidenti dei quattro Centri anziani della città. È già pronto un regolamento che considera l'espulsione di soci che non si attengono alle regole di una civile convivenza. In questo modo pensiamo di tutelare tanti anziani educati e corretti che non hanno niente a vedere con questa vicenda e che hanno tutto il diritto di continuare a giocare alle carte».

LA PROPOSTA
Il caso scatenato dalle carte si spera possa risolversi intorno a un tavolo da gioco. Il sindaco Roberto Mastrosanti, che guida un'amministrazione civica, ha proposto un torneo di scopone scientifico e di briscola riconciliatore, da tenersi in estate in una villa cittadina, a cui saranno invitati tutti i centri anziani dei paesi dei Castelli romani. «Non ne possiamo più - dice il sindaco - lo scalpore suscitato da questa vicenda rischia di mettere in ombra gli sforzi che stiamo facendo per dare uno sviluppo alla città». Gli amministratori ricordano che anche se i locali del Centro anziani sono di proprietà pubblica la gestione è autonoma. Il Comune può commissariare il direttivo solo per gravi motivi, ma non intende intervenire se non con l'introduzione di un regolamento.
 

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