Nel corso degli approfondimenti investigativi condotti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, è emerso che R. M. e i figli avevano distratto beni societari (macchinari, mezzi e materiali) per un valore di oltre 1 milione di euro e trasferito i dipendenti e il portafoglio clienti della fallita ad altre società riconducibili ai tre indagati attraverso fraudolente operazioni infragruppo di vendita e locazione di rami d’azienda.
Inoltre, i protagonisti della vicenda hanno sistematicamente omesso di pagare le imposte per oltre 12 milioni di euro e occultato le scritture contabili per impedire agli inquirenti la ricostruzione del patrimonio e del volume d’affari dell’impresa. Conseguentemente, il Tribunale di Roma ha disposto la custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di R. M. (classe 1945), e dei due figli, tutti residenti in provincia di Grosseto.
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