l pm Luca Tescaroli ha chiesto il processo anche per la moglie di Diotallevi, Carolina Lucarini, e per il figlio Mario Diotallevi. La vicenda risale al 2013 quando il Ros e la Guardia di Finanza hanno proceduto ad un maxisequestro pari a 25 milioni di euro, tra beni immobili, autoveicoli, motoveicoli, quote societarie e conti bancari, compreso un appartamento di 14 vani in piazza Fontana di Trevi e un complesso turistico sul mare a Olbia.
I beni furono confiscasti nell'aprile del 2015: il provvedimento nel 2017 venne prima annullato dalla Corte d'Appello poi, nel febbraio scorso, riconfermato dalla corte di Cassazione. Secondo il pm, Diotallevi avrebbe attribuito «fittiziamente» ad un prestanome la titolarità effettiva delle quote di due società. Con il figlio, Diotallevi avrebbe inoltre attribuito, sempre in modo fittizio, a Paolo Oliverio, coinvolto in passato in diverse vicende giudiziarie, il 30% di una altra società.
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