Roma, versa soda caustica a una cliente e le ustiona lo stomaco: barista indagata per lesioni

Roma, versa soda caustica a una cliente e le ustiona lo stomaco: barista indagata per lesioni
di Michela Allegri
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Giovedì 17 Marzo 2016, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 12:17

Un sorso d'acqua, poi l'inferno in bocca. Il bicchiere da cui aveva appena bevuto, infatti, conteneva una dose purissima di soda caustica che le ha ustionato la gola e lo stomaco. A servire la bevanda “avvelenata” era stata una barista romana di un locale in via Flaminia che ora rischia di finire sotto processo con l'accusa di lesioni colpose gravi. La donna, infatti, non si era accorta che la bottiglia di vetro utilizzata per preparare il drink conteneva detersivo per lavastoviglie. Il pm Vincenzo Barba ha da poco firmato un avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che di solito precede una richiesta di rinvio a giudizio.
 

L'INCIDENTE
I fatti risalgono 23 marzo 2015. Una donna di 35 anni entra nel bar “Caffetteria La Stazione” e ordina un caffè e un bicchiere d'acqua. Dopo aver bevuto un sorso, inizia a star male: ha la bocca in fiamme, così come la gola e lo stomaco. Al pronto soccorso le diagnosticano lesioni giudicate guaribili in almeno 40 giorni. La donna, infatti, ha ingerito una dose massiccia di detersivo per piatti, che contiene soda caustica. I medici scrivono nel referto dell'ospedale che la paziente riporta ulcerazioni del palato molle e dell'ugola, eritema della glottide e della laringe e danni all'esofago e allo stomaco che avranno postumi permanenti. La vittima sporge denuncia e in Procura scatta l'inchiesta: sotto accusa, la barista che ha servito la bevanda. Per gli inquirenti, come si legge nel capo d'imputazione, «in qualità di addetta al servizio di mescita, per colpa consistita in imprudenza, imperizia e negligenza, nonché per grave distrazione, serviva a una cliente, inducendola così a bere nella convinzione che si trattasse di acqua, un bicchiere di sostanza liquida caustica (verosimilmente detersivo) così cagionandole lesioni personali gravi».
 
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